"Il dato che emerge dalle dichiarazioni del Sindaco sullo sbarco della Geo Barents è inequivocabile: il primo cittadino deve fare pace con sé stesso. Sul ruolo dell'amministrazione rispetto alle operazioni di assistenza e accoglienza prima si dichiara del tutto non competente e poi accentra su di sé meriti che evidentemente vanno riconosciuti ad altri, da Caritas alle associazioni di volontariato fino a Prefettura e Autorità Portuale. Non soltanto con sé stesso, ma deve fare pace anche con le forze politiche che lo sostengono.
Quando auspica "un'ospitalità programmata per stroncare l'illegalità nell'immigrazione" dimentica che sono proprio quelle stesse forze ad essersi sempre opposte, in tutte le sedi istituzionali, da quelle europee a quelle territoriali, a flussi migratori regolari attraverso hotspot e mediante la costruzione di un sistema di redistribuzione degli arrivi: a chi va imputato lo smantellamento degli Sprar? Ha dimenticato i decreti sicurezza? Agghiacciante poi il passaggio sulla presunta non collaboratività dell'equipaggio.
Non soltanto i numeri dei salvataggi erano stati forniti chiaramente già dopo il terzo salvataggio, tanto da essere stati dichiarati in anticipo anche dalle istituzioni coinvolte già due giorni prima dello sbarco, ma a sentire il sindaco per essere collaborativi i medici senza frontiere avrebbero dovuto evitare di salvare vite, così da evitare il disturbo. Esattamente la logica del Decreto Piantedosi, per cui l'importante è ridurre gli sbarchi, se poi il prezzo si paga in vite umane non importa, occhio non vede cuore non duole. È evidente che il fenomeno dei flussi migratori meriti un'attenzione e un atteggiamento diversi, che meriti di essere guardato e poi risolto in maniera strutturale.
È evidente anche la necessità, nel mio campo politico, di fare i conti con l'analisi sbagliata che poi portò al memorandum tra Italia e Libia. Oggi le azioni criminali e le sistematiche violazioni dei diritti umani da parte della guardia costiera libica sono documentate dalle organizzazioni internazionali, così come è evidente che fu un errore avallare lo spettro dei sospetti nei confronti delle Ong, poi cavalcati dai successivi governi di destra e dal Conte I, che hanno prodotto una vera e propria operazione di distrazione di massa, malgrado adesso si trovino a dover fare i conti con la realtà. Oggi non abbiamo più scuse e dobbiamo partire da qui con coraggio."
Martina Giannetti, Capogruppo Pd in Consiglio comunale