L'occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, offre (oggi più che mai) un motivo per affrontare alcune importanti considerazioni.
Dall'anno della sua istituzione, il 1981, questa giornata ha assunto i connotati di una importante ricorrenza, che ha mobilitato spesso la società civile ed ha fornito spunti alla politica a livello mondiale, per contrastare la violenza di genere.
Siamo però ben lontani dall'eradicamento di un fenomeno che sfortunatamente rimane perlopiù stabile, anziché diminuire a seguito di una corretta e costante informazione e formazione.
In questi ultimi 20 anni, solo in Italia, poco più del 30% degli omicidi volontari, hanno avuto come vittime le donne.
In periodo di emergenza Covid-19, le chiamate ai numeri antiviolenza sono aumentate del 117% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e questo dato agghiacciante dà la misura di quanto ci sia ancora da fare in termini di liberazione della donna e di autodeterminazione oltreché di un sano spirito di solidarietà tra i generi.
Questi pochi dati sono volti a dare un'idea di quanto ci si debba rimboccare le maniche per affrontare di petto una tragedia quotidiana che troppo spesso viene passata sotto silenzio attribuendole una valenza dovuta al caso singolo e non una manifestazione di varie problematiche irrisolte a livello globale.
Noi, donne del PCI, crediamo fermamente siano necessarie azioni per il miglioramento socio- culturale di tutti gli individui affinché si superino gli stereotipi che da sempre accompagnano i ruoli.
E' necessaria una presa di coscienza collettiva che, come partito, cerchiamo di promuovere anche attraverso la partecipazione alla vita politica ed agli eventi ad essa correlati perché la violenza di genere non è purtroppo circoscritta ad un luogo o ad una classe specifica ma si manifesta anche in contesti apparentemente inaspettati, in modo direttamente proporzionale alla crisi economica e sociale del mondo contemporaneo.
Sicuramente il cammino verso l'uguaglianza è ancora irto di ostacoli ma, riteniamo, che a partire dalla scuola si debba iniziare una corretta educazione che, troppo spesso, continua ad incasellare la ragazze in ruoli predefiniti senza fornire loro gli spunti per una reale presa di coscienza.
Finché si continuerà a considerare la violenza sulle donne come una questione marginale, meritevole di attenzione in alcuni periodi e anche manifestando senza rimarcare con forza che si tratta di una delle più devastanti violazioni dei diritti umani, avremo ogni giorno nuove vittime e nuovi carnefici impuniti.
Ovviamente non di "soli" omicidi si tratta: le violenze si manifestano quotidianamente attraverso abusi verbali e fisici, coercizioni, molestie ed ogni altro atto volto ad annullare la volontà e la dignità della donna e non potremo ottenere risultati incoraggianti se gli uomini non lotteranno a fianco delle compagne per il superamento di questo bieco sistema capitalistico che è da sempre manifestazione del peggior maschilismo.
La partecipazione alla vita politica è, essa stessa, lontana dal "sentire" di molte donne ma stiamo assistendo ad un sempre maggior interesse da parte di tante giovani che si stanno avvicinando a questo mondo. A tale proposito poi, non dovremmo mai scordare il fondamentale contributo che le donne del PCI hanno dato, sia nelle piazze che in parlamento, alla liberazione di genere per mezzo dell'approvazione di alcune leggi fondamentali del nostro stato. Pilastri su cui si sono basate importanti lotte che sono costantemente oggetto d'attacco da parte di chi vorrebbe rimettere in discussione diritti acquisiti è assolutamente inviolabili.
Non dobbiamo mai dimenticare chi siamo e quanto il nostro impegno, politico e non, possa essere efficace per affrontare la lotta di classe, il superamento delle politiche guerrafondaie ed una responsabile gestione ambientale. Perché, se l'oscurantismo patriarcale ha prodotto i risultati che sono sotto i nostri occhi, il 25 Novembre dovrebbe essere motivo per cominciare a riflettere seriamente su come noi donne potremmo agire per modificare lo stato attuale delle cose.
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Federazione della Liguria
ASSEMBLEA DELLE DONNE COMUNISTE
Liguria