"Ritiro dell'emendamento sul diritto allo studio introdotto dall'art. 59-bis del decreto del fare in quanto sarebbe un grave errore politico".
Lo chiede al Governo l'assessore al bilancio e alla formazione della Regione Liguria, Pippo Rossetti in linea con la vicepresidente della Regione Toscana e coordinatrice della commissione istruzione della Conferenza delle Regioni, Stella Targetti. Secondo Rossetti l'emendamento "è profondamente sbagliato in quanto invade la competenza in materia esclusiva delle Regioni che fino ad oggi hanno faticosamente garantito anche con fondi propri il diritto allo studio universitario, definanzia nuovamente l'Università, togliendo una parte del fondo di finanziamento indistinto faticosamente riconquistato e deresponsabilizza finanziariamente lo Stato in materia di diritto allo studio".
L'emendamento infatti inserisce un doppio canale di finanziamento che creerebbe confusione e metterebbe a rischio il riconoscimento, per tutti gli studenti, del diritto allo studio. "Piuttosto – continua Rossetti - chiediamo che il Governo rifinanzi il diritto allo studio che non può ridursi a un bancomat, cioè solo ad una erogazione monetaria, ma deve garantire un sistema di servizi e investimenti che permettano il mantenimento e la realizzazione di alloggi, mense e strutture dedicate". L'assessore alla formazione della Liguria si dice contro ad uno Stato "che si ritira dai suoi doveri di garanzia nei confronti di tutti gli studenti italiani di tutte le regioni. Di fronte alla diminuzione delle risorse non serve infatti sdoppiare i canali, ma finanziare ciò che è consolidato e garantire i servizi pubblici essenziali". A questo proposito Rossetti ricorda che quest'anno "la Regione Liguria, attraverso un controllo capillare delle domande effettuato, grazie anche ad un accordo con l'Agenzia delle Entrate, ha portato al recupero di risorse che hanno permesso l'erogazione delle borse di studio al 100% dei vincitori, attribuendole così a chi ne ha veramente diritto".