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Vaira: "Sono molto preoccupato per il presente ed il futuro della sanità spezzina" In evidenza

Il medico, consigliere comunale e candidato alle politiche, parla di mancanza di programmazione.

Lo slittamento della data di presentazione delle offerte per la realizzazione dell’Ospedale del Felettino, dal 29 Settembre al 14 Novembre 2022, ha riacceso l’interesse e il dibattito sul futuro della sanità spezzina.

Il contestuale periodo elettorale favorisce senz’altro le polemiche fra le forze politiche, ma resta il fatto che gli spezzini sono sinceramente delusi dallo stato dei servizi sanitari locali e regionali e preoccupati per questo ulteriore ritardo nella realizzazione del futuro nuovo ospedale.

Per quanto riguarda il primo punto (lo stato della sanità spezzina) registro che continua inarrestabile la fuga di medici ospedalieri; l’ultimo di questi è stato nei giorni scorsi il Primario di Chirurgia, Dott. Stefano Berti.
Il collega era uno dei pochi specialisti ancora operanti nel nostro ospedale in grado di attirare paziente non spezzini; la sua decisione di andare altrove è resa ancora più amara dal fatto che, anche lui, come altri medici che l’hanno preceduto in questa scelta, non hanno optato per ospedali prestigiosi, ma bensì per ospedali con un bacino d’utenza e una “storia medico-scientifica” addirittura più modeste di quelle del nostro ospedale.
E’ perciò evidente che i medici fuggono perché non riescono a lavorare in modo proficuo nella nostra realtà; questo perché sono costretti a lavorare in strutture fatiscenti, in carenza di personale medico e non, con regole organizzative incerte e confuse.

E’ lo stesso motivo per cui la maggioranza degli operatori della sanità della nostra ASL, pur amando profondamente la loro professione, optano per la pensione anticipata anziché attendere quella di vecchiaia.

E’ evidente che in una realtà come la nostra in cui abbiamo circa 1.200 operatori della sanità in meno rispetto al fabbisogno minimo (con una media di addetti che è del 30% in meno rispetto a quella regionale) questa continua emorragia di talenti ed esperienze ha, inevitabilmente, effetti nefasti.
Anche perché in medicina il sapere non si acquisisce solo con il percorso universitario e per formare un buon professionista, sia esso medico, infermiere o altro, sono necessari anni di lavoro e aggiornamento.

Al di la dei numeri, quindi, mi preoccupa e mi fa arrabbiare il fatto che i nostri ospedali non sono più attrattivi, nè per gli specialisti, nè per gli utenti; e ciò nonostante che nei nostri ospedali vi siano medici e infermieri molto preparati, che si impegnano al massimo per offrire un’assistenza adeguata ai pazienti.

E’ avvilente poi constatare che non si sappia neanche sfruttare al meglio l’opportunità che ci dà il fatto di avere alla Spezia un validissimo Polo Universitario con corsi di laurea in fisioterapia e in infermieristica, che sfornano ogni anno giovani ottimamente preparati.

Di fronte al disastro della sanità spezzina il Sindaco tace e il Presidente della Regione continua a inventarsi ricette mediatiche, come quella del Numero Verde Regionale per le Prenotazioni di visite ed esami specialistici che avrebbe dovuto risolvere il problema delle liste di attesa, spalmando l’offerta sul territorio regionale; peccato che a pochi giorni dalla sua recente presentazione in pompa magna, la Direzione del San Martino di Genova sia stata costretta a bloccare “sine die” gli interventi chirurgici non urgenti!

Il problema infatti è che in questa Regione priva di un Assessore alla Sanità (a meno che non si pensi realmente che Toti possa fare il segretario di partito, il presidente di Regione e pure l’Assessore alla sanità) non si è fatta una seria programmazione sanitaria ed i problemi, che fino a qualche tempo fa emergevano prevalentemente nelle provincie povere, in primis nella nostra, ora esplodono in tutta evidenza sull’intera rete sanitaria regionale.

Non è neanche necessario presentare i numeri per certificare questo disastro, l’ho fatto inascoltato molte volte in Consiglio Comunale e sui quotidiani, è sufficiente recarsi ai Centri Unici di Prenotazione per avere un quadro veritiero della situazione in cui versa la nostra sanità pubblica.

Rispetto al secondo punto, quello dello slittamento ulteriore dei tempi della gara per il Nuovo Ospedale del Felettino, la cosa che ci deve preoccupare di più è il paventato aumento dei costi edili e non, che rischia di rendere ancora più onerosa l’operazione di rimborso al partner privato che accetterà di finanziare l’opera.
Il che mi convince sempre di più del fatto che la decisione della Regione Liguria di revocare l’appalto assegnato nel 2015 alla ditta Pessina sia stato un grave errore; ma ancor più lo è stato quello di voler presentare un nuovo progetto caratterizzato dalla presenza di un partner privato al quale dovremo restituire il finanziamento attraverso un rimborso con tassi di interesse altissimi.
In sostanza ai 16 milioni annui che l’ASL dovrebbe dare al partner privato per 30 anni, si aggiungerà l’incremento cospicuo delle spese edili e tecnologiche, oltre a quello delle forniture per l’energia elettrica e per il gas.

Inoltre, sperando che il Paese sia finalmente in grado nel giro di qualche anno, di risolvere il problema della carenza di medici e infermieri, l’ASL dovrà impegnarsi in una campagna acquisti di personale sanitario pressoché epocale.
Che dire, incrociamo le dita.


Franco Vaira
Consigliere Comunale della Spezia
Capolista al Senato in Liguria per +Europa – Emma Bonino

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