Tutto bloccato. Si allungano i tempi per la riconquista dell’uso pubblico nel passaggio che collega Piazza San Giorgio a Piazza Martiri. Per ora la questione proseguirà con una delibera di giunta che darà mandato all'avvocato civico di tutelare gli interessi dei sarzanesi, e che riporterà gli stessi contenuti di quella del consiglio comunale.
Non se ne parlerà però in consiglio comunale, almeno per ora. La discussione nell'assise comunale potrà proseguire solo dopo il parere del Ministero dell'Interno sul possibile conflitto di interessi che riguarda il consigliere Paolo Mione.
Il motivo? Lo stimato avvocato, come dichiarato da lui stesso in consiglio, pur assistendo oggi la proprietà dell’immobile in un’altra pratica di tutt’altra natura, aveva inizialmente assistito la proprietà proprio con riguardo alla vicenda della potenziale chiusura del portico, indirizzando all’amministrazione una richiesta di parere e partecipando in qualità di legale ad incontri con gli uffici tecnici. I dubbi, sollevati dalla consigliera leghista Innocenti, vertevano proprio sulla figura di Mione e sul suo duplice ruolo di legale della famiglia proprietaria dell’immobile e di consigliere comunale.
Durante la seduta il consigliere di opposizione ha dichiarato che si sarebbe astenuto dal voto, ma non dalla discussione, avendo seguito direttamente e come parte attiva la vicenda in passato, avendo però poi rinunciato allo specifico incarico.
Ad avviso della giurisprudenza, richiamata dal Segretario Generale, la regola è che l'amministratore debba astenersi al minimo sentore di conflitto di interessi, reale o anche potenziale che sia, allontanandosi dalla seduta, al fine di garantire la trasparenza e l'imparzialità dell'azione amministrativa. Dunque il consigliere, in caso di conflitto d'interessi, non dovrebbe proprio partecipare alla seduta durante lo svolgimento della pratica.
Nel caso specifico saranno il Prefetto e il Ministero dell’Interno a indicare la scelta più opportuna.
La questione sospensiva è stata posta dal consigliere Lucia Innocenti, hanno votato a favore quest’ultima, Giovanna Colaiacomo e Maria Grazia Avidano. Tutti astenuti gli altri consiglieri comunali di maggioranza, che ha lasciato sulla vicenda libertà di coscienza, mentre i tre consiglieri di minoranza non hanno partecipato al voto, al contrario di quanto avevano dichiarato precedentemente. Con tre voti contrari, si sarebbe proseguito nella trattazione della pratica. Dunque se la minoranza avesse votato in modo compatto contro il provvedimento sollevato e sostenuto dalla consigliera leghista la pratica sarebbe proseguita senza intoppi.
Adesso si aspetterà l’esito del parere richiesto al Ministero dell’Interno.
