Quanto avvenuto ieri durante la seduta del Consiglio Regionale Ligure, chiamato ad approvare l'aggiornamento del Piano Regionale dei Rifiuti, rappresenta una delle pagine più buie della politica ligure, un esempio vergognoso di sudditanza al volere del presidente Toti e dell'assessore Giampedrone, nonché di basso livello politico della maggioranza di centro destra che è rimasta in totale silenzio durante la discussione.
Non una parola, infatti, dai banchi dei consiglieri di maggioranza e nessuna replica quindi agli interventi dei consiglieri di centro sinistra e pentastellati che hanno puntualmente argomentato le giuste ragioni che stanno alla base della richiesta di non inserire il sito di Saliceti nel Piano. Un imbarazzante silenzio irrispettoso anche nei confronti dei cittadini delle cittadine, dei comitati e dei rappresentanti dei comuni di Santo Stefano e Vezzano presenti tra il pubblico in sala.
L' aggiornamento del Piano è stato approvato con i voti favorevoli di tutta la maggioranza di centro destra, fatta eccezione per il consigliere leghista spezzino Medusei che però ha al contempo votato contro gli emendamenti dell'opposizione che chiedevano l'esclusione del sito di Saliceti, dimostrando poca coerenza e rendendo così quasi insignificante la sua astensione sul Piano.
L'arroganza di chi ci governa in Regione è tale non solo da arrivare ad ignorare totalmente le giuste richieste del nostro territorio ma addirittura da entrare in contrasto con la decisione del Tar Liguria che ha dato ragione ai comuni di Santo Stefano e Vezzano e quindi annullato l'autorizzazione al progetto del biodigestore di Saliceti. Inoltre non viene rispettata nemmeno quella che é la funzione del Piano Regionale che non può scegliere il sito.
Ribadiamo ancora una volta che la chiusura del ciclo dei rifiuti deve essere affrontata come un servizio alla cittadinanza e all'ambiente e per quello che riguarda lo smaltimento del rifiuto organico si devono prediligere impianti di compostaggio aerobico dimensionati in base al fabbisogno provinciale su siti non vulnerabili e privi di criticità. La necessità di un ripensamento non solo del sito ma anche sulla tecnologia diventa ancora più evidente oggi, di fronte alla crisi siccità, vista la grande quantità di acqua (5 tonnellate ogni 5 tonnellate di forsu) di cui necessitano i biodigestori.