La nostra intervista in esclusiva a Pier Luigi Bersani, oggi alla Spezia per sostenere la candidatura di Piera Sommovigo alle prossime amministrative.
“Pier Luigi per Piera” il titolo dell'incontro, che contributo crede possa dare un politico nazionale come lei a una candidata sindaco?
In primis un contributo sui problemi fondamentali di Spezia, per dirne due abbiamo area Enel e OTO Melara, ma anche cercare di caricare questo appuntamento elettorale di un significato più grande. Mi aspetto che arrivi un segnale sulla strada da prendere per quel che riguarda la sinistra, il campo progressista e la costruzione di un’alternativa credibile a una destra che è regressiva e incombente.
Quali crede siano i più importanti temi che Piera dovrà affrontare in caso di vittoria?
Non sono certo io quello che può evidenziare quali siano le priorità, immagino che Piera abbia idee chiarissime sul da farsi, però credo che La Spezia ha due banchi di prova molto interessanti per il Paese. Quando hai 70 ettari di territorio preziosissimo, bisognerà chiedere a ENEL un nuovo progetto industriale orientato alle nuove frontiere della produzione elettrica e vedere, di contorno, come impegnare quell’area in un grande progetto che dovrà avere naturalmente diversi aspetti di nuovi produzioni ma non solo. Questo sarà il compito di una nuova amministrazione che dovrà in primis pretendere che l’ENEL presenti un suo progetto, ma a sua volta dovrà averne uno proprio. Serviranno entrambi gli elementi, perché se manca anche un solo tassello non si potrà proseguire.
Poi c'è un tema industriale di enorme grandezza: parliamo di OTO Melara, che può essere vista in modo giusto, un viatico attraverso il quale l’Italia partecipa al nuovo progetto di difesa europea.
Dopodiché per fare il sindaco oggi, quello che incombe realmente è la questione sociale, il comune ha leve per andare incontro al problema di oggi che è l’emergere di una disuguaglianza che sta producendo l’ingresso nella povertà di un numero crescente di persone, quindi un tema di servizi, a partire da quelli fondamentali come la sanità fino a quelli più classici dell’assistenza. Attorno a tutto ciò è necessaria una cornice ambientale seria.
Altro tema importante su cui si sta dibattendo moltissimo in questa campagna elettorale: la sanità. Cosa ne pensa di ciò che sta accadendo nella nostra provincia e più in generale in Liguria?
Prima di tutto, come il Covid ci ha insegnato, c’è un problema di estensione della risposta sanitaria, ciò vuol dire che la programmazione pubblica non deve abdicare a nessuna delle sue responsabilità. Ci sta anche il privato, ma solo se dentro a una programmazione pubblica molto salda.
In secondo luogo, è emersa una questione che si chiama vicinanza della risposta sanitaria al cittadino, con la capacità di riorganizzare dei meccanismi e strutture che sono fatte di medici, infermieri e tecnologie adeguate per andare a casa della gente, facendo dell’ospedalizzazione il punto più acuto del percorso.
Attualmente la sanità è investita da problemi seri, medici e infermieri non si trovano al mercato, qui si nota un’assenza di programmazione negli anni dal punto di vista del fabbisogno formativo. A livello nazionale la spinta c’è, sia con Draghi che con Speranza, ora però le regioni devono dare seguito a ciò.
Concludendo, è chiaro che questo modello sanitario in una città come Spezia rischia di essere una pia illusione, perché Spezia deve recuperare un credito enorme sul piano degli investimenti pubblici sull’ospedale e sul piano delle professionalità sanitarie che sono state depauperate fino a livelli non sostenibili. Qui ci vuole la voce di un sindaco che sappia interpretare con decisone e autorevolezza questo problema.
Gli ultimi sondaggi danno Piera Sommovigo in ascesa, pensa che il centro sinistra riuscirà a riprendere il comune e nel caso cosa potrà portare?
Penso che Piera abbia due ottime caratteristiche per fare il sindaco, ossia personalità e competenze, su questo non ho dubbi. Ho fatto per molto tempo l’amministratore e credo di sapere quali sono le cose per giudicare un’amministrazione. Per prima cosa, se ha lasciato la città meglio di come l’ha trovata e secondo, se ha fatto almeno una cosa o due che non abbia bisogno di essere raccontata perché la gente l’ha vista. Queste sono le due chiavi di giudizio che se noi adottiamo per Spezia, credo portino a pensare che c’è bisogno di aria nuova.
A livello locale troviamo Pd e ArticoloUno insieme a sostegno di Piera Sommovigo, lei crede che questa unità sia possibile anche a livello nazionale? Magari con un suo ritorno nel PD?
Ho sempre detto che se bastasse questo io non avrei problemi. Noi da quando siamo nati come Articolo 1, abbiamo voluto tenere viva un’idea più grande di noi, ossia la ricomposizione delle sinistre sotto un programma nuovo e l’idea che bisogna federare un campo progressista con dentro 5 Stelle, Civici, Ambientalisti ecc.
Questo quindi è il punto, bisogna che ci sia in autunno una novità visibile sul piano politico, con l’incontro di queste forze, e sul piano programmatico, con le questioni che sono già dispiegate, c’è un tema sociale evidente, che bisogna riprendere in mano con risposte che si capiscano e che riguardino il lavoro. Il tema sociale sarà il vero punto, bisogna essere alternativi non solo per dire no alla destra, che è demagogica e corporativa, ma anche per avere un’altra visione.
Abbiamo una destra che ci porta indietro, dobbiamo sentire la responsabilità di avere una proposta alternativa e quindi un po’ di generosità, un elemento di novità visibile, alla quale noi stiamo lavorando anche in queste amministrative che devono avere al centro questa prospettiva.
Un commento sulla scelta di ITALIA VIVA di avere a Spezia un suo candidato, mentre a Genova addirittura sostiene Bucci, sindaco e candidato del centrodestra
Ognuno va dove lo porta il cuore, per me non è una gran sorpresa, ma c’è gente che se ne stupisce. Ho visto fin dall’inizio che anche in quegli anni in cui ho frequentato io, c’era la volontà di fare del PD una Forza Italia dei tempi nuovi. Credo anche che proprio per la questione sociale ci sia la necessità di una risposta di sinistra rinnovata, con proposte nuove, ma bisogna partire dal tema di uguaglianza. Operazioni di un centrismo che una volta guarda a destra, l’altra a sinistra sono solamente luoghi ipotetici che non esistono in natura, si arriva al punto che si è o di qua o di là.