Attorno alla candidatura del centro sinistra si stanno saldando, giorno dopo giorno, le anime più radicali e ambientaliste della sinistra spezzina.
La candidata schiva abilmente i temi più imbarazzanti, per lei parlano però i suoi supporter, da ultimi Rifondazione comunista e I Giacobini del Golfo che, di fatto, riaprono il dibattito ormai superato della convivenza porto-città.
Lei stessa qualche giorno fa, intervenendo sulla questione della Palmaria, si è lasciata sfuggire la propria contrarietà alla possibilità di costruire un albergo a cinque stelle nell'area a mare, mettendo di fatto in discussione il progetto del waterfront.
Purtroppo, in quella affermazione, si palesa un'idea distorta dei flussi turistici e una scarsa conoscenza del territorio spezzino. La nostra Città non può, per evidenti ragioni morfologiche, diventare, la Rimini del Mar Ligure. L'idea di un albergo a 5 Stelle è, contrariamente a ciò che si vuol far passare, coerente con un'idea di sviluppo della Città non in grado di sostenere un turismo di massa. Il territorio, le infrastrutture e gli assi viari collasserebbero immediatamente. Questo sì sarebbe pericoloso per il nostro territorio da lei stessa definito fragile.
Tutto ciò è vero a meno che non si voglia mettere in discussione l'impianto intero della Città. A meno che non ci si immagini una Città senza porto e senza cantieristica navale. Magari già che ci siamo senza le industrie della difesa.
Questo è il momento della chiarezza e il centro sinistra ha il dovere di dire ai propri concittadini da che parte sta. Soprattutto se ricusa se stesso e il suo governo degli ultimi 40 anni. La sensazione al momento è che si voglia stare un po' con tutti e che il progetto Città e l'idea di sviluppo siano molto confusi. A pagarne le spese saranno gli spezzini se le contraddizioni politiche di coloro i quali sostengono la candidata a Sindaco la faranno da padrone. I presupposti ci sono tutti.
Sauro Manucci
Capogruppo in Consiglio comunale di FDI