“Sono certo che ci sono le condizioni per uno straordinario successo”, così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti oggi alla Spezia durante il punto stampa prima della presentazione del candidato sindaco Pierluigi Peracchini con gli esponenti di tutte le forze politiche di centro destra e liste civiche che lo sostengono.
“In questi 5 anni La Spezia è cambiata tanto, dalla raccolta dei rifiuti al modello economico-sociale, alla rigenerazione urbana, al recupero dei parchi. È stato fatto un lavoro silenzioso e meticoloso, molto resta da fare. Per la Regione è importante avere tanti sindaci impegnati sul territorio con progetti che richiamino il nostro mandato politico, ricevuto dagli elettori un anno e mezzo fa. Intorno al sindaco Pierluigi Peracchini c’è una ricchezza di espressioni civiche oltre ai partiti e questo mi fa piacere, segno che la nostra coalizione si allarga e si estende sempre di più.
“La coalizione qui alla Spezia è assolutamente compatta, perché condivide un modello di regione, di città e di sviluppo. Non credo di aver detto nulla di diverso rispetto a quanto hanno detto i leader della coalizione di centrodestra. Non sono stato io a dire che il centrodestra aveva dei problemi, l’ho sentito dire a tutti i leader della coalizione, come non sono io a sottolineare il fatto che oggi un pezzo di centrodestra siede convintamente a fianco del presidente Draghi. Ho portato avanti quelle che ritengo essere le politiche che non sempre sono state condivise da tutti, il che non vuol dire che abbandoniamo il centrodestra. Non credo che nascondere la polvere sotto il tappeto faccia gioco a qualcuno, credo sia più utile affrontare i problemi come facciamo in Regione Liguria condividendo percorsi di governo, non mi è chiara la ragione per cui qualcuno vuole o negare i problemi o riunirsi in solitudine per affrontarli a geometrie variabili.
Il presidente Toti è poi ritornato sul dibattito con l'Anpi in merito all'invio delle armi per il conflitto in corso in Ucraina: “Se un giorno all’anno celebriamo la lotta e anche il sacrificio di patrioti che hanno preso le armi, date da delle potenze alleate come americani e inglesi e che sono state paracadutate sulle nostre montagne, e talvolta, vedi Genova come medaglia d’oro alla resistenza ha saputo liberarsi da sola prima ancora che arrivassero i carri armati degli alleati, io credo che chi crede in questo valore non possa far altro che affiancare il popolo ucraino nella sua resistenza con tutti i mezzi, anche fornendogli le armi per difendersi. O vi sono dei valori per cui vale la pena tirare fuori il fucile e combattere, talvolta anche morire, oppure quei valori non ci sono.
Io non ho nessun pregiudizio verso i pacifisti assoluti, coloro che dicono che in ogni caso mai bisogna fare del male ad un'altra persona. Ho pieno rispetto ma non è quello che celebriamo il 25 aprile. Il 25 aprile celebriamo una guerra di liberazione dalla tirannia e dall’oppressione straniera combattuta con fucili dati dalle potenze straniere all’Italia, qual è la differenza con quello che accade oggi in Ucraina?”