In tale decreto infatti ci sono numerose semplificazioni per la sicurezza sul lavoro (articoli 32 e 35). Il termine più corretto sarebbe riduzioni per la sicurezza sul lavoro.
A cominciare dall'esenzione del DUVRI per i "settori di attività a basso rischio infortunistico", alla riduzione formazione, informazione e sorveglianza sanitaria per i lavoratori fino a 50 giornate lavorative nell'anno solare, all'autocertificazione del DVR per i "settori di attività a basso rischio infortunistico", all'eliminazione dell'obbligo di denuncia per i datori di lavoro alle autorità di pubblica sicurezza per gli infortuni mortali e per gli infortuni superiori a 3 giornate lavorative, alle indagini per gli infortuni sul lavoro che non saranno più condotte di ufficio, ma dovranno essere richieste dal lavoratore infortunato, di un superstite o dell'Inail, fino alla "chicca finale", ossia che le indagini sulle responsabilità dei datori di lavoro per gli infortuni sul lavoro si faranno solo se ci sono i soldi per farle: "agli adempimenti di cui al presente articolo si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziare disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica".
Peccato che nel governo che chi, come il Ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione D'Alia, va dicendo imperterrito, e senza alcuna vergogna, che: "'Le norme contenute nel dl Fare, come quelle nel ddl Semplificazione, non mettono in alcun modo in discussione la sicurezza dei lavoratori".
Per questo Rifondazione Comunista della Spezia aderisce all'appello on line su Articolo 21 di Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico di Firenze, che da anni lotta contro le tragedie sul lavoro in Italia, riuscendo da solo a far emttere in mora il nostro paese nei confronti dell'UE per le gravi inadempienze in materia.
"Considero queste norme peggiorative e comporteranno non solo una riduzione della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, ma anche una probabile (ed ennesima) procedura d'infrazione per violazione della direttiva 89/391/CEE per la sicurezza, visto che nel DL ci sono possibili violazioni degli articoli 6,9, 10 e 12 di tale direttiva" afferma Bazzoni. "Come fare capire al governo Letta-Alfano che qui non siamo di fronte a delle sole semplificazioni burocratiche, ma ad una sostaziale riduzione delle tutele del lavoro?".
Di tali tragedie ne abbiamo abbastanza, anche e soprattutto nella nostra provincia.
Dato che di tale argomento se ne parla solamente in occasione di nuove disgrazie, vogliamo questa volta che si agisca prima. Occorre pretendere che la vita dei lavoratori venga difesa ad oltranza e non ulteriormente oltraggiata.
Pertanto chiediamo con forza (ma anche con il sano realismo di chi sa di parlare al deserto) che nel percorso di conversione in legge siano modificati, o meglio ancora stralciati, gli articoli 32 e 35 del DL 69/2013.
Difficilmente chi ha fatto la scelta di stare dalla parte dei Marchionne, Monti e Berlusconi riceverà il messaggio. Ma è importante denunciare tali ingiustizie.
Per aderire all'appello basta scrivere via mail nome, cognome, professione, e luogo di residenza a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Rifondazione Comunista, federazione provinciale La Spezia