Non più tardi di ieri partecipavo al presidio organizzato da alcune sigle sindacali davanti all’ospedale Villa Scassi di Sampierdarena per denunciare la carenza del personale sanitario in Asl 3. Oggi, mentre tutte le organizzazioni cattoliche e laiche si mobilitano per dare risposte di cura ed assistenza alle centinaia di profughi, donne e uomini che scappano dall’Ucraina in guerra, il meccanismo si inceppa di fronte alle difficoltà della sanità pubblica di dare risposte adeguate.
È il caso delle 12 persone di nazionalità ucraina che, necessitando di dialisi, sono state attribuite al policlinico San Martino, in una struttura operativa già in enorme difficoltà per garantire le prestazioni ordinarie e che va avanti con l’efficientamento del POA (Piano di Organizzazione Aziendale), raddoppiando i turni per garantire i servizi.
Denunciamo questa situazione da tempo, la carenza di medici, infermieri ed oss è evidente. Da tempo vengono sbagliati i concorsi, vedi la situazione degli oss alla Spezia. Da tempo si assume personale con contratti atipici che non permettono poi la stabilizzazione, ne è un esempio la protesta di ieri. Dopo 2 anni terrificanti assistiamo a fenomeni di “burnout” con decine di operatori che prendono permessi per allontanarsi dal lavoro, vista la mancanza di supporto alle loro prestazioni.
Naturalmente il messaggio è chiaro: colpire la sanità pubblica e dare le prestazioni ai privati, non riconoscere i meriti professionali del personale sanitario e aumentare le spese per strutture amministrative e burocratiche di cui la Liguria è piena e non programmare invece un percorso di assunzioni mirate per far fronte alle carenze.
I direttori generali si difendono dicendo che non ci sono i fondi, peccato che questi fondi vengano tragicamente assorbiti da strutture ridondanti come Alisa o la Struttura di missione, inventata da Regione Liguria, che sono incapaci di fare programmazione sanitaria.
Per il presidente Toti tutto va bene. Anche l’emergenza sanitaria derivante dall’arrivo dei profughi nella nostra regione sarà affrontata male, scaricando sui lavoratori della sanità sempre maggiori incombenze.
Gianni Pastorino
Capogruppo Linea Condivisa in Consiglio regionale