L’accordo con la Marina Militare sulle aree di Marola è stato semplicemente abbandonato per l’incompetenza di questa giunta e di Peracchini, questa è l’unica ragione del perché ad oggi i residenti del ponente della città giustamente continuano a protestare.
Non è un problema ,infatti, quello che le aree siano all’interno dell’arsenale militare, anzi semmai questo è il “punctus” dell’accordo stesso stipulato nel 2017.
Infatti secondo quell’accordo finalmente i civili, e per il vero non solo i marolini ma la città, si possono riappropriare di un’area. E’ possibile farlo, garantendo la sicurezza dell’arsenale e facendo convivere semplici attività civili che si svolgono su un faccia a mare come quella di Marola e le normali attività di competenza dell’arsenale stesso.
D’altronde è già così. Perché su quello specchio di acqua ci sono le barche dei residenti, che normalmente entrano ed escono, una condizione di fatto che ha già superato il tema dell’impermeabilità dell’arsenale.
L’accordo prevedeva una fase transitoria di sperimentazione, utilizzando l’entrata attuale e avendo circoscritto la area destinate ai civili, in modo da non correre il rischio che gli stessi potessero svalicare nelle zone di pertinenza dell’arsenale.
Che cosa fino ad oggi ne abbia impedito la realizzazione è il vero elemento sconosciuto e incomprensibile.
L‘occasione che ci viene fornita non è così persa solo per i residenti ma per l’intera città che vede sfumare la legittima ambizione di riaprire un fronte a mare, dopo un accordo stipulato. Ancor più grave il fatto che non si sia concretizzato perché questo schema si potrebbe ripetere in altre zone della città, solo se questa amministrazione anziché dimenticare il tema delle aree militari avesse continuato ad occuparsene.
Federica Pecunia
Italia Viva