Questa mattina Spezia si è svegliata col silenzio imbarazzante e assordante del PD sulla questione Enel, perché sulla Via del progetto turbogas c’è la firma dei ministri Cingolani e Franceschini, il secondo targato Partito Democratico.
È più che evidente infatti la totale assenza del Partito Democratico sulla questione, sia a livello locale che nazionale, mentre tutte le altre forze politiche condannavano la decisione, calata dall’alto e in totale contrasto con le richieste del territorio. Nemmeno una parola, neppure dai colleghi locali, che tanto invece si sono spesi nei mesi scorsi nell’accusare questa amministrazione.
Ma è facile capire il perché: il ministro della Cultura è infatti membro di questo partito. Non possono intervenire perché sono in contraddizione e sanno di aver ingannato i cittadini. Mentre la giunta Peracchini faceva quanto in suo potere per impedire il turbogas, approvando la variazione al Piano Urbanistico Comunale per impedire l’uso di combustibili fossili nell’area di Vallegrande, i consigli comunale e regionale approvavano ordini del giorno e il presidente della Regione Toti annunciava la sua contrarietà all’intesa sul turbogas, a Roma si lavorava per approvare il progetto. Il tutto ripetendo ossessivamente, sia qui che a Roma, che su Enel decide la Regione e che Peracchini non ha fatto niente.
Ma adesso le chiacchiere stanno a zero e infatti i responsabili della decisione non parlano. Ora è più che evidente chi ha lavorato davvero nell’interesse degli spezzini e chi, al contrario, si è solo speso in pura propaganda politica in chiave elettorale. I silenzi valgono più di mille parole.
Peccato che a fare le spese di questo doppio gioco sarà la città tutta.
I capigruppo di maggioranza del consiglio comunale della Spezia
Marco Frascatore, Cambiamo!
Lorenzo Viviani, Lega!
Sauro Manucci, Fratelli d'Italia
Emanuele Corbani, Spezia Vince con Peracchini SIndaco
Giulio Guerri, Per la nostra città con Giulio Guerri
Patrizia Saccone, gruppo misto di maggioranza
Fabio Cenerini