Con 4 voti a favore e 19 contrari, il Consiglio comunale della Spezia ha respinto la mozione presentata da Massimo Lombardi (Spezia Bene Comune – Partito della Rifondazione Comunista) che chiedeva di togliere il patrocinio del Comune della Spezia alla manifestazione SeaFuture.
Uno sfilarsi che, secondo quanto richiesto da Lombardi, avrebbe dovuto essere temporaneo, ovvero “fino a che la manifestazione non avesse riacquisito il suo originario scopo”.
Secondo il Consigliere comunale, infatti, SeaFuture avrebbe perso il suo valore originario di sprone e valorizzazione della ricerca, dell'innovazione e dello sviluppo legati alla Blue Economy per diventare un business del settore della difesa.
“Ci si è allontanati dallo scopo originario della manifestazione – ha sottolineato Lombardi presentando la propria mozione - SeaFuture nacque nel 2009 come “la prima fiera internazionale dell’area mediterranea dedicata a innovazione, ricerca, sviluppo e tecnologie inerenti il mare” ed ebbe come protagonisti i centri di ricerca, come Cnr, Enea, Ingv, Nurc, e i dipartimenti scientifici di importanti università.
Parteciparono aziende leader a livello internazionale e la Marina Militare era presente con il solo Raggruppamento subacquei e incursori.
Nelle successive edizioni, però, il ruolo della Marina divenne predominante, la manifestazione si spostò all'interno dell'Arsenale e le imprese partecipanti si ascrivono ormai quasi esclusivamente al settore della produzione di armi o di tecnologie ad esse legate. Inoltre sono invitate le Marine Militari di tutto il mondo, comprese quelle di Paesi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e della democrazia”
“Insomma – riassume Lombardi – lo scopo dell'evento è diventato quello di creare occasioni di business per le aziende del comparto della difesa e così è anche per la prossima edizione della manifestazione. Uno scopo ben lontano da quello originario di promuovere le aziende della Blue Economy e le loro innovazioni in chiave di sviluppo tecnologico e sostenibilità”.
“La manifestazione – afferma Lombardi – si è trasformata in un salone militare, che vuole anche promuovere la vendita di armi a Stati esteri, con il rischio che Paesi belligeranti continuino a fare un uso di armamenti fuori dalle convenzioni internazionali e in violazione della legge 185 /90 su controllo, esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”.
Ma c'è, secondo il Consigliere, anche un'altra criticità: “Si continua ad ignorare lo stato di insalubrità in cui versa l'Arsenale, continua a restare inevasa la necessità di una riqualificazione”.
La contrarietà della maggior parte del Consiglio comunale si declina soprattutto in due ordini di motivazioni, stando a quanto emerso dagli interventi dei Consiglieri che hanno preso la parola per ribattere alla posizione di Lombardi.
E' il Consigliere Emanuele Corbani (Spezia vince con Peracchini sindaco) ad introdurre due diverse motivazioni per spiegare il suo NO alla mozione: una legata all'identità spezzina, l'altra alla coerenza delle decisioni prese dall'assise cittadina.
“Chiedere al Comune di togliere il patrocino a SeaFuture perchè la guerra è sbagliata è come chiedere ad un comune del Chianti di togliere il patrocinio alla fiera del vino perchè bere fa male – ha affermato Corbani - SeaFuture è una fiera internazionale delle tecnologie del mare ed è nata non a caso alla Spezia, che è la città dell'Arsenale. La tecnologia militare è fortemente legata a quella civile, fa da iniziatore a quella civile. Il motore a pistoni è nato per i cannoni, il calcolatore elettronico è nato per i proiettili. A Spezia una fiera delle tecnologie del mare non può non essere orientata alle tecnologie belliche. L'edizione di quest'anno è stata ricca e significativa e in Arsenale sono arrivati tecnici militari anche da altri continenti.
Proporre questa mozione è il contrario di quello che si deve fare. Il legame tra questa fiera e la città deve essere, al contrario, rafforzato.
SeaFuture è la più recente e la più tecnologica declinazione dell'identità spezzina”.
Poi Corbani aggiunge anche una seconda motivazione per il suo NO: “La scorsa settimana tutti noi consiglieri abbiamo sottoscritto una mozione con la quale si chiede non solo che l'industria bellica rimanga alla Spezia, ma anche che la si potenzi. Ora dobbiamo avere un minimo di coerenza”.
Insomma Corbani parla di “irricevibilità della mozione” per una questione di storia ed identità della Spezia, ma anche per una questione di coerenza dell'aula consiliare e delle sue decisioni.
Due ordini di motivazioni he vengono ripresi anche da Fabio Cenerini (Toti - Forza Italia): “Questa mozione se non è velleitaria è sicuramente utopistica. Se applicassimo le teorie di Lombardi alla nostra nazione non dovremmo commerciare con tre quarti del Mondo”.
Poi guardando alla dimensione prettamente locale e ai provvedimenti richiesti dall'aula consiliare, aggiunge: “La settimana scorsa, all'unanimità, abbiamo chiesto che l'ex OTO Melara, che produce armi ad alto livello tecnologico, rimanga italiana e alla Spezia. Se dobbiamo salvare l'occupazione sosteniamo le imprese che producono armi, se queste imprese sostengono una manifestazione come SeaFuture le dobbiamo boicottare? E' incoerente”.
Un aspetto, quest'ultimo sottolineato anche da Massimo Caratozzolo (Gruppo misto): “Da pacifista, in maniera demagogica potrei appoggiare la mozione, ma sarei in contrasto con quello che abbiamo approvato la settimana scorsa”.
La mozione viene respinta, con i soli voti a favore di Lombardi, Liguori (La Spezia bella, forte, unita), Del Turco (M5S) e De Muro (M5S).