"La strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni" così esordisce in consiglio comunale la consigliera Patrizia Saccone, presidente della Commissione Ambiente e Assetto Territoriale.
L'argomento è la riforma del catasto e la posizione della Saccone appare chiara.
I dubbi sulle reali intenzioni del Governo sono fondati, sia per la equivocità di alcuni passaggi della delega fiscale, sia, soprattutto, perché la raccomandazione dell'Unione Europea di rivedere gli estimi si accompagna espressamente con la richiesta di aumentare la tassazione sugli immobili.
La Commissione Europea ha mandato (prima della pandemia) due inviti al Governo italiano:
- 1. aggiornare gli estimi catastali, precisando espressamente che ciò serve a reperire risorse e quindi ad aumentare la tassazione sugli immobili;
- 2. reintrodurre l'imu sulla prima casa.
Il mandato è innanzitutto di tassare di più la casa. Se riesce questo obiettivo, è facile immaginare che l'altro seguirà a ruota senza contare che l'imposizione fiscale sugli immobili in Italia è già oggi superiore alla media dei Paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): 6.1% contro una media Ocse del 5.5%. È quasi il triplo di altri Paesi europei come Svezia (2.2%) e Germania (2.7%).
Voglio però precisare che a mio avviso è giusta una riforma che trasformi la valutazione da vani a mq ma a patto che ci sia l'invarianza delle imposte. Una tassazione asettica con dati oggetti e non soggettivi è senza dubbio la più auspicabile purché la stessa riforma sia accompagnata da una norma di invarianza contributiva e una revisione dei meccanismi che regolano gli estimi altrimenti il contribuente viene vessato ed in sintesi è come mettere Dracula all'Avis e Dracula in questo caso sarebbe l' Agenzia delle Entrate!