Si è partiti da due mozioni urgenti, una presentata da Lorenzo Forcieri e firmata, anche con dichiarazione vocale durante la seduta, da vari consiglieri del centrosinistra, ed una presentata da Lorenzo Viviani e da consiglieri del centrodestra, e si è arrivati ad una mozione unitaria, condivisa da tutto il Consiglio comunale spezzino.
Dopo la votazione dell'urgenza delle due mozioni, infatti, approvata da tutti, si è levata da ambo le parti dell'assise comunale, la richiesta di provare ad arrivare ad un documento unico, che avrebbe poi dovuto essere approvato all'unanimità, per dare alla mozione un peso maggiore in quanto espressione della volontà di tutto il Consiglio.
Consiglio che, pertanto, si interrompe per circa un'ora per consentire la riunione dei capigruppo alla quale spetta il compito di stendere un documento che sia la sintesi, condivisa, delle due mozioni urgenti originarie.
Per un'oretta si stacca pertanto la diretta streaming, che riprende poi con l'annuncio di missione compiuta. La mozione unitaria c'è e le due dalle quali si è partiti vengono formalmente ritirate, così come, formalmente, viene votata l'urgenza di questa mozione unitaria.
La mozione vuole impegnare il sindaco Peracchini ad attivarsi ai diversi livelli istituzionali per farsi portavoce della volontà espressa dal Consiglio comunale, a nome della città.
Lo scopo è quello di scongiurare lo “spacchettamento” dell'azienda e la cessione all'estero: l'ex Oto Melara viene infatti ritenuta strategica per il territorio spezzino e per l'Italia e si chiede pertanto che si faccia tutto il possibile affinchè resti in mano ad aziende italiane e resti sul suolo spezzino, mantenendo ovviamente garanzie per i lavoratori e per l'indotto.
“Esprimo grande soddisfazione per essere riusciti a convergere in un'unica mozione, un atto comune che fa onore al Consiglio comunale – afferma Lorenzo Forcieri (AvantInsieme), che precisa – Per quanto mi riguarda questa non vuole essere una presa di posizione anti europea e contro l'internazionalizzazione.
L'Europa non dovrà essere solo quella dell'Euro, ma anche quella della difesa e della sicurezza comuni, ma bisogna vedere come arriviamo a tutto questo; dobbiamo arrivarci con un sistema industriale italiano forte. L'ex Oto Melara è industria leader nel suo settore e noi dobbiamo difendere questi asset in cui siamo leader. Se Leonardo ha esigenza di concentrarsi sul suo core business e vuole ricavare risorse cedendo rami di azienda sui quali non intende più impegnarsi, lo faccia. Ma lo faccia cedendo rami di azienda all'interno del nostro stesso Paese, visto oltretutto che ci sono aziende italiane interessate ad acquisirli, come ad esempio Fincantieri. La cessione non deve essere ridotta ad un mero discorso economico, ma deve tenere conto anche di altri fattori come questo dell'italianità degli interessati”.
Conclude Forcieri: “Quella che abbiamo messo nero su bianco nella mozione è una presa di posizione importante per un'azienda emblema del nostro territorio. Il mio sarà un voto a favore dell'industria italiana, anche di quelle piccole, quelle dell'indotto, che sarebbero quelle che pagherebbero di più il passaggio dell'ex Oto Melara in mani straniere”.
Prende poi la parola il primo firmatario dell'altra mozione da cui si è partiti per fare sintesi, ovvero Lorenzo Viviani (Lega): “Voglio ringraziare tutti i gruppi perchè hanno avuto la volontà di trovare la quadra. Con questa mozione unitaria diamo un mandato forte al sindaco per proteggere gli interessi economici ed occupazionali della città ma anche gli interessi strategici dell'Italia. Pensare ad uno spacchettamento è deleterio, non siamo di fronte ad una azienda in difficoltà. Qui o si vince tutti o si perde tutti. Il Governo utilizzi la Golden Power, già usata in altri settori, anche per questa situazione”.
Fabio Cenerini (Forza Italia) riparte dalle parole di Forcieri e afferma: “Non sono contrario neppure io all'Europa, ma a questo tipo di Europa per cui per l'Italia valgono alcune cose e per altri Paesi altre. Le aziende italiane sono ritenute da comprare, se invece una cosa simile avviene per un'azienda francese scoppia un casino. Ritengo che il Governo debba intervenire in Europa in modo diverso”.
Parlando del caso specifico aggiunge: “L'ex Oto Melara deve rimanere italiana perchè è strategica per l'Italia. Per la prima volta dall'inizio della consiliatura siamo davvero tutti d'accordo ed era importantissimo arrivare ad un documento unico. Stiamo scrivendo un bella pagina politica, dando un forte mandato al sindaco Peracchini per rappresentare la volontà della città”.
Parla con particolare coinvolgimento il Consigliere Oscar Teja: “Sono coinvolto direttamente come lavoratore dell'attuale B.U. Sistemi Difesa. Entrato nell'azienda, ormai 10 anni fa, sono rimasto subito colpito dall'orgoglio di tutti i miei colleghi di essere dipendenti di questo gruppo. Abbiamo la consapevolezza ed il vanto di costruire prodotti che vanno ad oltre 50 marine nel mondo. La preoccupazione per la situazione che stiamo attraversando c'è, ma a testa alta aspettiamo fiduciosi. Voglio ringraziare tutti voi consiglieri per essere arrivati ad un documento unico che è il giusto riconoscimento a quanto l'azienda ha dato alla città e la città all'azienda”.
Concorda Umberto Maria Costantini (Fratelli d'Italia): “Il documento interpreta bene la volontà dei lavoratori e dei sindacati, dicendo un chiaro NO allo spacchettamento e chiedendo che la ex Oto Melara resti in mani italiane”.
Guarda ad una più ampia prospettiva Guido Melley (LeAli a Spezia): “E' giusta la vicinanza che abbiamo dimostrato ai lavoratori che nei giorni scorsi hanno scioperato, è giusta la discussione in Consiglio comunale, è giusta la votazione di una mozione unitaria, è giusto l'appello al Governo per la Golden Power, ma tutto questo non basta. Noi dobbiamo porre una questione di politica industriale, come è stato in passato.
All'origine della grandezza della ex Oto Melara ci fu, infatti, una visione strategica che guardò alle Marine mondiali. Il punto politico è che siamo di fronte ad una azienda simbolo, dobbiamo avere l'onesta di leggere le carte e capire le condizioni in ballo. C'è un gruppo franco tedesco che ha fatto la propria offerta e c'è Leonardo che vuole investire in un'altra realtà tedesca. Se è una operazione di cassa dobbiamo andare a Roma a fare valere il nostro NO. Con la cessione in mani straniere si perderebbe un presidio per il nostro territorio, ma anche un know how ed una posizione in Europa per l'Italia molto importanti.
Questa mozione condivisa è l'inizio di un percorso”.
La situazione attuale viene messa in evidenza da Emanuele Corbani che esordisce sottolineando: “Si è tornati a chiamare questa realtà Oto Melara, anche se da molti anni il suo nome non è più questo. Non è solo un dettaglio linguistico”.
“Per la ex Oto Melara della Spezia e la ex WASS di Livorno ci sono le offerte della KDNS e di Fincantieri, ma quest'ultima sarebbe lontana da quella tedesca di 200 milioni di euro, fermandosi a 450 milioni. In questa situazione, per forza la partita passa da Roma e dal Governo e per questo credo sia stato molto importante il confronto in Prefettura che ha coinvolto i parlamentari spezzini” - sottolinea Corbani, che aggiunge – Quello che dobbiamo fare capire è che alla Spezia c'è il valore della tecnologia e del know how, qui c'è la tradizione di lavorazioni specialistiche. Un eventuale spostamento del ramo d'azienda è inaccettabile per il territorio, ma è anche sconsigliato per l'acquirente.
L'ex Oto Melara deve guardare all'internalizzazione, ma mantenendo la territorialità. Bisogna ragionare come si è fatto, ad esempio, per Lamborghini”.
Gli interventi si concludono con Andrea Biagi che ribadisce: “L'ex Oto Melara è un patrimonio della nostra città che è importante preservare”.
Si passa poi alla votazione. La mozione viene approvata all'unanimità da tutti i presenti.