Il coordinamento spezzino di Articolo Uno ha inviato a Pd, Movimento 5 Stelle, LeAli a Spezia, Sinistra Italiana, Avanti Insieme e Psi una lettera aperta con l'intento di stringere i tempi ed aprire il confronto sul candidato alla carica di sindaco per il comune della Spezia e prima ancora sul programma. Un confronto che parta dalla volontà di ascoltare e di dare risposte alla società civile e he metta insieme una coalizione di forze alternative al centro-destra e capace di esprimere una proposta di alleanze sociali per affrontare i problemi.
Questa la lettera aperta.
Care/i amiche/i, care/i compagne/i,
Secondo un’indagine dell’ufficio economico della CGIL ligure, alla Spezia, nel 2020, i lavoratori dipendenti continuano a rappresentare il 73,6% della occupazione complessiva. Chi rappresenta ‘a sinistra’ questo largo blocco del lavoro, di per sé sempre più frammentato in una giungla di precarietà e contratti fra loro molto diversi? Come farlo? Sarebbe questa, forse, la domanda principale a cui dovrebbe rispondere una sinistra spezzina che voglia essere rappresentativa, innanzitutto, non dei pochi voti del centro, ma di una larga fetta di ‘popolo’ che da tempo non guarda più a noi.
Da qui dovrebbe scaturire lo sforzo, oltre che per corrispondere alle esigenze ‘di sportello’ care alla quotidianità della gente, e mai da dimenticare, per promuovere una politica industriale che metta al primo posto la sinergia tra la nautica e il Polo universitario, il rilancio dell’Arsenale e una cantieristica più attenta alla nostra forza-lavoro.
A ciò andrebbe aggiunta una politica di ascolto del territorio e dei soggetti associativi che animano istanze e lotte. Si pensi soprattutto all'iniziativa ed alla mobilitazione sviluppata negli ultimi anni dal Manifesto per la Sanità Locale per la valorizzazione della sanità pubblica e del suo necessario miglioramento o, per fare un altro esempio, alle attività del Circolo Arci- Canaletto per contrastare, col sostegno attivo di moltissimi cittadini, la speculazione urbanistica ed immobiliare sostenuta dal sindaco Peracchini alla Maggiolina. È ancora dalle mobilitazioni sui temi ambientali, dai parchi, la Palmaria, al Biodigestore, all’Enel su cui sembra che sia possibile ottenere il No all’intesa e soluzioni alternative con lavoro pulito per quell’area di cui abbiamo bisogno.
E’ da questo versante che dovrebbe partire lo sforzo per mettere insieme una coalizione di forze alternative al centro-destra, come stiamo facendo a S Stefano e negli altri comuni chiamati al voto ad ottobre, e capace di esprimere una proposta di alleanze sociali per affrontare i problemi. Perciò è necessario avviare il confronto partendo non dalle rappresentanze istituzionali ma dalle diverse forze politiche con il contributo delle forze associative e della partecipazione. Per configurare una maggioranza alternativa è essenziale il rapporto con il “Movimento 5 Stelle”, cementabile con un forte recupero della partecipazione democratica.
Come ha osservato Donatella Del Turco, “serve un programma che ci differenzi dalle ultime due amministrazioni di segno diverso ma caratterizzate da scarso dialogo ”e aggiungeremo da scarso ascolto. Infatti, nella precedente esperienza di governo del centro-sinistra ciò che ha diviso un campo di forze allora ancora tendenzialmente maggioritario alla Spezia dai cittadini è stato un atteggiamento di chiusura, di disinteresse per la mediazione e il coinvolgimento, che dal sistema politico si è poi allargato alla società.
Tuttavia, questo vuoto di partecipazione di certo non si recupera con il ricorso alle primarie. Esse si sono dimostrate uno strumento divisivo e, soprattutto, ci farebbero ricadere proprio in quella logica di investitura del ‘leader’ i cui riflessi ci hanno così tanto penalizzati nel tempo.
Occorre puntare invece su alcuni capitoli strategici: rovesciamento della gerarchia degli interventi dal centro alla periferia, priorità del bilancio fissate con la consultazione dei quartieri, promozione unitaria di una candidato a sindaco che riassuma queste istanze, che più che un decisore a cui si dà ‘carta bianca’ per 5 anni, sia un ‘capo lega’: configuri, cioè, il vertice della rappresentanza di bisogni diversi e lotte comuni, con una forte confidenza con il ruolo del ‘pubblico’ e con i ceti popolari.
I tempi stringono e c’è bisogno di cominciare a confrontarsi rapidamente sui contenuti ma anche sul profilo che meglio possa incarnare le esigenze segnalate. Un primo passo in tal senso potrebbe essere configurato dalla convocazione di una sorta di “stati generali” delle forze riformatrici alternative alla destra per verificare convergenze possibili sul piano dell’analisi e di una piattaforma innovativa per il nostro territorio a partire dalle molte azioni unitarie su cui ci siamo già trovati uniti in questi anni contro le inerzie e gli errori del centro destra sia a livello locale che regionale. Ci auguriamo di poterne presto parlarne insieme.
Fraterni saluti
Il Coordinamento Provinciale di Articolo Uno