Ho letto con piacere le posizioni assunte da Nanni Grazzini, commissario di Forza Italia, e dal consigliere comunale Emanuele Corbani. Devo dire che quest’ultimo, pur avendo poco più della metà degli anni di Grazzini, guarda al ‘900 invece di aprire gli occhi sul futuro.
Bene che per la prima volta negli ultimi 4 anni cii sia la voglia progettare un modello di città, ma alcune proposte mi entusiasmano di più di altre. Vi spiego perché. E’ vero che, come dice Corbani, la nostra città era un polo industriale capace di offrire tanta occupazione, ma sono trascorsi ormai cinquantanni e quel modello di sviluppo non esiste più, almeno in Europa.
Corbani dovrebbe sapere che le aziende ad alto tasso di occupazione sono le prime ad aver trasferito le proprie produzioni prima nell’Europa dell’Est e poi nell’Est del mondo. Le produzioni ad altissima tecnologia presenti ancora in Italia, vedi quella insediata dove una volta produceva la San Giorgio, hanno un tasso occupazionale ben diverso da quello a cui fa riferimento Corbani. Dell’idea di Grazzini, che per altro non esclude la possibilità di mantenere produzioni innovative legate alle nuove tecnologie ambientali, di cui uno stadio così declinato potrebbe farne la ragione della loro presenza, mi piace la visione. Per anni mi sono sgolato nel chiedere di rivedere insieme ad Enel la posizione di tutta l’area che occupa la centrale e le sue servitù.
Ora vedo finalmente qualcuno che ci crede, che affronta il problema senza buttare la palla in tribuna vivendo negli anni ’20 del 2000 e non in quelli del 900. Una proposta sensata e concreta quella di Grazzini, capace di guardare al futuro della città e di farla emergere dal tirare a campare di tutti questi anni compreso il progetto di realizzare nell’area dell’Enel Spezialand che Corbani deve aver dimenticato e Peracchini conserva tra i tanti rendering con cui ha illuso gli spezzini.
Massimo Baldino