Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale della Spezia Massimo Baldino Caratozzolo, che esprime le sue perplessità riguardo alle operazioni riguardanti la centralina di rilevamento operante in zona via San Cipriano:
"Treccani alla parola alterato recita: Parzialmente mutato (spesso peggiorato, deteriorato, guastato, falsificato).
Dunque, se i dati sulla qualità dell’aria rilevati dalla centralina di San Cipriano, trasmessi alla regione Liguria e per i quali l’Europa ha persino aperto una contestazione erano viziati da quanto “recita Treccani” andava detto a suo tempo.
Ma non mi pare che ciò sia avvenuto. Né in sede di relazione, né il altre circostanze.
Personalmente ricordo di avere sentito parlare per la prima volta del “problema dei tigli” che posti nei pressi della centralina avrebbero disturbato la rilevazione della stessa, in una riunione del tavolo del verde di un paio di anni fa.
La cosa suscitò una certa ilarità. Ma ricordo anche che chiedendo una spiegazione scientifica suffragata da uno studio serio, magari anche compiuto dalla stessa ARPAL attraverso rilevazioni fatte con mezzi mobili posti sotto altri alberi di quella zona, mai ci sia stato presentato nero su bianco un rapporto o un dossier in questo senso.
C’era comunque da parte di tutto il tavolo molta disponibilità a sfrondare le piante in modo che le foglie non risultassero troppo a ridosso dei camini di rilevazione.
Arpal era invece irremovibile nel pretendere la condanna a morte dei tigli quale unica soluzione al loro “presunto problema”.
Capite bene che tagliare piante che producono ossigeno in una zona delicata come quella, per il mantenimento di una centralina di rilevamento volta a misurare la qualità dell’aria in quella zona, è un ossimoro che va davvero dal tragico al comico !
Iniziò allora un lungo minuetto su come e dove spostare la centralina. Ma questo non rientra certo nei temi e nelle funzioni del tavolo del verde.
Tuttavia ricordo che proprio in un incontro con un alto dirigente di ARPAL, molti dei componenti il tavolo proposero piccoli spostamenti della centralina, in modo che essa rimanesse comunque sempre esposta rispetto al traffico di Via San Cipriano e alla direttrice ove solitamente stazionano le navi da crociera.
Nulla. Furono persino tirati in ballo i dati statistici raccolti per anni che non sarebbero stati più raffrontabili se la centralina non fosse stata posizionata in asse rispetto alla vecchia collocazione.
Insomma “qui no, la neppure, qui non va bene”. L’unico punto, secondo l’incontestabile giudizio di ARPAL, ove posizionarla fu quello attuale.
Più lontano quindi dal traffico di Via San Cipriano e di Via Veneto, in zona visibilmente schermata da un palazzo e dove gli unici motori in azione possono essere quelli degli autoveicoli che utilizzano un parcheggio a vista d‘occhio quasi sempre pieno e dunque con poca circuitazione di automobili.
Il resto è attualità. I dati relativi al biossido di azoto calano sensibilmente, come calano anche quelli relativi al monossido e agli ossidi totali.
In alcuni casi come il 21 Febbraio, 11 Febbraio e il 9 le differenze tra il mezzo mobile posizionato nel punto della vecchia centralina e la nuova stazione di rilevamento sono addirittura la metà. E’ vero che facendo la media i dati tendono ad avvicinarsi, ma è pur vero che la media la si fa considerando anche le ore notturne, ove di traffico è praticamente inesistente, e che comunque il pedone non si respira la media, ma il valore di quando staziona in quel punto a quell’ora.
Concludendo, ancora una volta in Commissione non si è riusciti ad avere risposte a nessuna delle domande poste.
Perché Arpal non disse immediatamente trasmettendo i dati alla Regione che i dati potevano essere disturbati dalla presenza degli alberi nei pressi della centralina di rilevamento ? Perché tale spiegazione arriva dopo persino alla apertura di un procedimento di infrazione da parte della Unione Europea per i ripetuti sforamenti proprio in Via San Cipriano?.
Perché non si è prodotto, uno studio scientifico che avvalori questa tesi ?
Digitando in rete nei motori di ricerca le parole “alberi, centraline di rilevamento, ristagno, inquinamento, valori alterati” Google indica :
- uno studio della università di Padova su “Gli alberi metabolizzatori dell'inquinamento”.
- “Le linee guida di ISPRA per la dislocazione e utilizzo delle centraline di rilevamento” da cui , se mai, si evince che esse per la valutazione del traffico veicolare devono essere poste “a non più di cinque metri dalla strada”. Di effetti ristagni e controindicazioni da presenza arborea non se ne parla.
- Un approfondito studio su il ruolo delle piante per la mitigazione dell’inquinamento cittadino
- Vari piani comunali, come quello di Lucca, tesi alla comprensione delle specie di alberi da piantumare per combattere l’inquinamento, attraverso una rete di centraline di rilevazione poste proprio in prossimità di intense vegetazioni....volte a capire quali alberi sono più opportuni per la mitigazione di sostanze inquinanti nell’aria. Quindi se mai l’esatto contrario.
A me non è apparso nessuno studio circa la teoria che un albero possa in estate o in inverno trasformarsi in una campana che trattenga l’inquinamento al suolo alterando quindi la concentrazione dello stesso. Palazzi, porticati, opere in muratura possono attraverso l’effetto Canyon concentrare i valori dell’inquinamento in determinate zone o in determinati spazi. Gli alberi non ci risulta. Perlomeno in rete non appare nulla di tutto ciò.
Farò quindi accesso presso il Comune della Spezia, perché a questo punto immagino che per chiedere l’abbattimento di alberi comunali che disturbavano una rilevazione di dati che vengono poi trasmessi alla regione e hanno quindi una valenza ufficiale, ARPAL abbia prodotto uno studio scientifico (a me sconosciuto) o almeno una serie di proprie rilevazioni parallele effettuate con mezzi mobili, in quella zona, sotto altri alberi, attestanti la necessità di tale abbattimento.
In caso contrario per quanto mi riguarda lo spostamento di quella centralina è immotivato e ci è costato anche 20.000 euro di soldi pubblici elargiti dalla Regione Liguria.
Peraltro se i dati rilevati dove era prima la centralina e dove è stata spostata oggi dovessero ancora risultare discordanti credo sia opportuno che il Sindaco, quale primo responsabile della salute pubblica, si occupi personalmente della cosa acquisendo tutte le informazioni necessarie.
In una zona inquinata mettersi sotto a un albero ci può sottoporre a un “effetto ristagno” tale per cui respiriamo una concentrazione superiore di biossidi ?
Stando le motivazione per cui arpal chiedeva l’abbattimento dei tigli o lo spostamento della centralina sembrerebbe proprio di si. Sara vero ?"