Sul destino della centrale Enel di Vallegrande si stanno finalmente scoprendo le carte e, con queste, gli altarini. Il passaggio da carbone a gas naturale viene ora giustificato con il richiamo alla strategia nazionale per l'energia. È dunque un dato di fatto? La decisione nelle alte sfere era già stata presa? Si trattava di farla digerire agli Spezzini che da sessant’anni vedono incombere minacciose le ciminiere di quella centrale che qualcuno ebbe il cattivo gusto di intitolare ad Eugenio Montale? Si spiegherebbe così il ridicolo balletto delle tante dichiarazioni e controrepliche dove ognuno giocava la propria parte in modo più o meno consapevole. Le ultime due carte calate sono di paura e speranza.
Paura: se non accettate il turbogas prorogheremo l'uso del carbone oltre il 2021, avvertono da Roma. Speranza: manterranno alcuni posti di lavoro, la città è in crisi, fanno eco, e non da oggi, i sindacati, dimostrando di essere ancora legati ad una visione antica, superata di sviluppo economico. I politici, nazionali e locali, balbettano e si rinfacciano le responsabilità. Noi di Alleanza civica AvantInsieme siamo contrari alla trasformazione della Centrale da carbone in turbogas, non solo per ragioni di inquinamento (bruciare gas naturale può essere un po’ meglio che bruciare carbone, ma si tratta pur sempre di un combustibile fossile che inquina parecchio) ma anche perché non è questo il modello di sviluppo che abbiamo in mente per la nostra città ed il nostro territorio.
La città ha bisogno di quell'area per sviluppare un polo tecnologico di green e smart economy, che si integri con lo sviluppo della cantieristica nautica, con il tessuto di industria altamente specializzata anche legata al settore militare presente sul territorio e che non cozzi contro la sua vocazione turistica scoperta negli ultimi anni grazie alle crociere. Vogliamo un futuro in cui si preveda occupazione di alto livello qualitativo; in cui il nostro polo universitario diventi volano e cinghia di trasmissione tra passato e futuro; non la promessa del mantenimento di un pugno di posti di lavoro (perché di questo si tratta) che può far dormire sonni tranquilli a sindacalisti e politici senza visione e senza progetti.
Noi di AvantInsieme non siamo disposti a cedere il nostro futuro per un piatto di lenticchie; lo avevamo già detto in tempi non sospetti, fin dalla campagna elettorale, lo ribadiamo oggi con il medesimo convincimento. Se Enel vuole restare, deve dismettere la centrale e investire sulla green e smart economy; sulla produzione di energia mediante nuove tecnologie; sulla mobilità elettrica, come avevamo proposto e come Enel sta facendo in altre parti d’Italia e di Europa! Altrimenti se ne vada, dopo aver bonificato gli spazi su cui ha spadroneggiato per più di mezzo secolo e lasci respirare la Città!