Se qualsiasi turista in vena di deprimersi un po’ avesse la malaugurata idea di visitare la zona di Pagliari si renderebbe subito conto delle tante criticità che gravano su quel borgo.
Scarsa illuminazione, strade impercorribili, vegetazione fuori controllo, abbandono di porzioni di terreno divenute selva, canali maleodoranti e pericolosi.
Se poi, quel turista si fermasse a parlare con qualcuno dei residenti avrebbe modo di conoscere anche la storia recente di quel quartiere. Saprebbe delle discariche mai bonificate che gravano proprio li sulla testa dei poveri residenti. Saprebbe della ordinanza ancora in vigore che vieta l’utilizzo dell’acqua dei pozzi per l’irrigazione degli orti. Saprebbe infine di come una maxistrada costosa, inutile e ancora in costruzione finirà per peggiorare ulteriormente (ammesso sia possibile) la vivibilità del borgo e la sua salubrità, visto che le polvere sottili e il rumore di questa strada, che di fatto costeggia le abitazioni dei residenti, finirà per dare la mazzata finale rispetto a una sommatoria di fattori inquinanti e di degrado che non trovano pari in nessun altro borgo spezzino, nonostante la bella e involontaria concorrenza che a Pagliari sta facendo Marola.
Ecco, tutto questo vedrebbe e sentirebbe il nostro turista. L’unica cosa che forse nessun residente rivendicherebbe è la mancanza di parcheggi.
Quelli ci sono. Almeno per gli abitanti delle piccole strade che intersecano nel borgo, compatibilmente con la struttura del luogo stesso, non proprio facile.
I parcheggi invece mancano a chi quel borgo ha contribuito a degradare e a rendere invivibile.
Mancano alla cantieristica per esempio, che ogni giorno vede i suoi dipendenti parcheggiare l’auto in doppia fila e sui marciapiedi di Viale San Bartolomeo, anche se il suolo concesso ai vari cantieri operanti nella zona, come all’ex San Marco oggi San Lorenzo (ma questi santi avevano tutti lo yacht?) è enorme e per anni sotto-utilizzato nonché semi-abbandonato.
Ecco perché ritengo che fare i parcheggi in quella zona, specie se in realtà si recuperano quelli da sempre esistenti della ex INMA, ridotti da anni a una sorta di discarica, chissà mai poi perché, sia cosa buona e giusta. Anche perché trattasi in definitiva di riasfaltare un’area dopo avere demolito una pensilina fatiscente e pericolosa. Insomma non si è progettato Cape Canaveral, si è solo ripulito uno spiazzo.
Quel che invece trovo assolutamente intollerabile è dire che si è fatto “qualcosa per i residenti”, perché questo non è vero.
I residenti hanno ben altre esigenze che i posti auto dellìex parcheggio INMA.
Quei posti infatti, saranno perennemente occupati dai dipendenti di San Lorenzo e questo il Sindaco Peracchini lo sa bene. Altrimenti prima di spendere soldi pubblici in migli colorati, si documenti!
Magari andando a prendersi un caffè con i residenti del luogo che da anni cercano di incontrarlo, tanto da essersi costituiti in un comitato, o al limite parlando con qualche turista che, in cerca di avventure prenuragiche, abbia visitato quel luogo, da anni dimenticato da Dio e dai Sindaci spezzini, che se ne ricordano solo quando qualche imprenditore chiede uno spazio per qualche sua impresa inquinante.
Massimo Baldino Caratozzolo (Gruppo Misto)