Per mesi il dibattito si è sviluppato sul tema: turbogas si/turbogas no. Uno scontro sulle sfumature che ha investito la politica locale e che ha visto concordi tanto il Centrosinistra quanto il Centrodestra. Entrambi hanno affermato, a giusta ragione, che la centrale di Vallegrande non dovesse essere riconvertita a gas ma bisognasse puntare alle fonti rinnovabili. Gli intenti però non sono andati oltre le interviste, i comunicati e le chiacchiere.
I fatti parlano di una Regione e di un'Amministrazione Comunale del tutto immobili nel fare ciò che invece sarebbe servito in maniera prioritaria: imbrigliare ENEL in un percorso codificato e istituzionale che portasse a un progetto complessivo, reale e concreto, per il futuro non solo dello stabilimento ma dell'intera area.
L'opposizione, dal canto suo, invece, ha la grande responsabilità di aver detto "NO" al turbogas senza pensare di coinvolgere i Ministeri competenti coi quali ha un filo diretto di appartenenza politica.
La questione è così rimasta relegata, dunque, al mero livello ideologico senza elaborare progetti e atti concreti.
Nel dire no ad una riconversione che utilizzi ancora le fonti fossili, carbone o gas che sia, chi amministra il territorio avrebbe dovuto, in sinergia col Governo, chiedere ad ENEL di avviare il percorso che la stessa azienda ha elaborato per dare una nuova vita alle sue centrali in via di dismissione: Futur-e.
Un percorso di economia circolare e di partecipazione del tessuto economico locale e degli Enti pubblici coinvolti che avrebbe potuto, per davvero, segnare in positivo lo sviluppo non solo della città ma anche di tutta la provincia.
Un'occasione che il Presidente Toti non ha saputo cogliere approvando la mozione di Francesco Battistini. Un atto che, dopo aver affrontato persino un percorso di approfondimento in Commissione, con i vertici ENEL che si sono mostrati favorevoli, avrebbe potuto disegnare, per davvero, l'assetto urbanistico e produttivo dei circa 70 ettari della Centrale Eugenio Montale.
In Italia, è utile sottolinearlo, esistono ben 24 centrali in dismissione. Solo 4 di queste non hanno attivato la procedura prevista da Futur-e. 2 sono proprio qui in Liguria: a Genova e La Spezia.
Allo stato attuale si lascia che ENEL proceda in autonomia e secondo i propri interessi. Un modo di procedere, quello della politica locale, scarsamente lungimirante e molto poco attento all'ambiente e all'economia del proprio territorio. Ora non si perda altro tempo, si mettano da parte le chiacchiere e si faccia qualcosa di concreto e lo proporremo intanto a partire dal Consiglio comunale della Spezia.
Francesco Battistini
Ex Consigliere regionale
Massimo Baldino
Consigliere comunale della Spezia