“Presumevo che il Sindaco avrebbe replicato al mio intervento. Commentando la cosa con alcune persone, ho detto: “Vedrai che dirà, per l’ennesima volta, che è stato obbligato a fare le alienazioni perché ha trovato un bilancio disastrato, e poi valorizzerà alcune singole operazioni che nulla c’entrano, come PIN”
Speravo di essere smentito.
Mi chiedo, e chiedo ai cittadini: non ve ne accorgete che, nonostante siano passati più di 3 anni, siamo messi davanti alle solite tesi, utilizzate fin dal primo giorno di insediamento, per coprire qualsiasi disastro compiuto? Per controbattere a qualsiasi critica mossa?
Non voglio sottrarmi comunque nel restituire alle considerazione di Peracchini alcune riflessioni.
ACAM
Nessuno, figuriamoci chi come me non ne ha la diretta la responsabilità, ha mai negato gli errori che, nella storia decennale della vicenda, fecero le Amministrazioni di centrosinistra.
Dal 2010 al 2017 però la strada e le decisioni che il Comune prese diedero una sterzata decisa.
Ci fu tanto coraggio. In primis quello dei lavoratori dell’azienda, e dei sindacati.
Mentre il centrodestra “corvava” il fallimento della società, pronto a costruirci la speculazione elettorale, noi scegliemmo la difficile strada del risanamento, con gli obiettivi di non lasciare a casa nessun lavoratore, e mantenere un minimo di servizio nei confronti dei cittadini.
Durante questo percorso si arrivò ad introdurre il sistema di raccolta differenziata - una rivoluzione, in città, per la cultura dell’utilizzo e del riciclo del rifiuto (certo non senza disagi e disguidi all’inizio). Arrivammo a percentuali notevoli, toccando nel 2017 il 62,67% e raggiungendo il record Ligure tra i comuni capoluogo.
Finché si giunse alla fusione di Acam con Iren, che il centrodestra ha rinnegato per anni ma oggi il Sindaco rivendica quasi con orgoglio. Si mettano un po’ d’accordo.
Ma proprio questa che ha consentito ciò che i cittadini possono osservare oggi. Perché è con le risorse economiche messe da Iren che Peracchini e Casati hanno potuto impostare nuovamente un sistema di raccolta, acquistare nuovi mezzi, aumentare il servizio.
Acam non si è risanata per volontà del centrodestra. E meno male, visto che molti della loro attuale Maggioranza ai tempi auspicavano la formazione di Bad Company, o tagli indiscriminati, che avrebbero messo realmente in pericolo i lavoratori.
Si sono ritrovati però una pagina bianca su cui poter scrivere nuove politiche sui rifiuti, con la disponibilità di poter spender (tante) risorse fresche.
PRIVATIZZAZIONI
Il Sindaco ci accusa di aver privatizzato in 10 anni 25 milioni di patrimonio, senza però portare casi sufficienti alla sua tesi.
Al di là del fatto che io, nell’intervento di ieri, non demonizzo lo strumento delle alienazioni. Perché, in se, possono essere operazioni utili. Tanto però dipende da cosa ti vendi. Qual è, insomma, l’oggetto e la natura del patrimonio. E ancor di più dipende da come viene riutilizzato quello che ti vendi.
Ora, una bella fetta di quei milioni hanno riguardato la vendita di partecipazioni del Comune all’interno di società. Quindi non si trattava di beni materiali fruibili dalla collettività. E ciò mi pare già una sostanzialmente differenza rispetto a quello che fa lui oggi. A quella cifra poi ci siamo arrivati nel corso di ben 10 anni.
Bene. Lui, in soli 3 anni, ha alienato patrimonio pubblico, fatto completamente di immobili - molti dei quali storici e di pregio - e di spazi pubblici - molti dei quali amati e utilizzati dagli spezzini - arrivando a toccare già la cifra di 7 milioni.
Proviamo il confronto: se, ipoteticamente, Peracchini continuasse con questo trend, arriverebbe tra 7 anni ad aver alienato decine di edifici e spazi comuni, per un valore proprio di 25 milioni.
Credo che gli spezzini non glielo lasceranno fare. Lo fermeranno prima.
DIALMA RUGGIERO
Non servono troppi commenti. Il Sindaco cita la Dialma Ruggero inducendo a pensare i lettori che la struttura possa esser iscritta tra le esperienze positive di alienazioni.
Non è così.
Semplicemente perché l’edificio non è stato oggetto di alcuna vendita, alla fine.
Perché all’inizio del mandato, Peracchini e Asti (all’epoca ancora Assessore alla Cultura) pensarono, si, di vendere tutto. Ma la protesta delle Associazione culturali, delle Opposizioni, insieme anche ad alcuni residenti della zona, li costrinse a fermarsi.
Il Dialma oggi è in concessione ed ospita realtà ed attività che trovavano li sede anche prima.
Non capisco perché il Sindaco senta il bisogno di giustificare la dissipazione del patrimonio pubblico che sta attuando, citando iniziative che con le alienazioni c’entrano come i cavoli a merenda.
Non riesce a stare sul tema perché è in difficoltà?
PIN
Anche qui nessuna vendita, ma concessione. Ed è un operazione intelligente, nulla da ridire.
L’idea è originaria di questa Amministrazione? Mi viene un dubbio.
Qualcuno si ricorda mica un’esperienza simile, nel corso della passata Amministrazione, a ciò che è diventata la Pinetina oggi?
Del tipo: unione di alcune attività commerciali del centro storico per dar vita ad un luogo in cui si può trovare servizio bar, ristorazione varia, offerta culturale ed eventi serali?
Aspetta, c’era qualcosa. Non si chiamava, per caso, Boss? Non veniva, per caso, fatto proprio li, alla Pinetina? E non venne per anni frequentato da tantissimi spezzini, diventando anche sede di concerti con importanti artisti?
Così, a memoria, mi pare proprio di sì.
Ma sono felice che si sia data continuità, seppur in forma diversa, ad un’iniziativa che riscosse successo in città.
Insomma, Sindaco, puoi distorcere la realtà quanto vuoi, fare le nozze con i fichi secchi, e puoi nascondere i tuoi fallimenti facendo girare sempre il solito disco. Sono scelte tue. Quando però le persone ascoltano la stessa musica cominciano ad annoiarsi, e cambiano stazione radio. Figuriamoci quando la musica comincia anche a suonare male.
Raffaelli Marco