I comitati, per voce di Carlo Ruocco a Genova e Fabrizia Giannini a Sarzana, hanno chiesto un intervento del ministero per il possibile danno ambientale che potrebbe derivare alla falda del fiume Magra, che alimenta i pozzi di Fornola, da eventuali sversamenti di inquinanti (soprattutto ammoniaca) dall’impianto da 90 mila tonnellate progettato da Recos (Iren) a Saliceti proprio nella zona dove corre la falda acquifera. Per la stessa Regione (ufficio urbanistico) quella zona deve restare agricola perché il terreno è liquefacibile.
Il ministero dell’ambiente può intervenire in una materia di competenza della Regione quando sono violate norme di derivazione europea. In questo caso è violata, secondo i comitati, la legislazione sulla VAS (Valutazione ambientale strategica).
Il progetto di biodigestore a Saliceti per i Comitati si configura come una “variante sostanziale” al Piano dei rifiuti approvato dalla Provincia nell’agosto 2018. Quel Piano aveva superato la VAS e prevedeva la costruzione di un biodigestore da 30.000 tonnellate a Boscalino di Arcola area segnata da impianti di rifiuti dismessi (vecchio inceneritore e discarica). Per legge e giurisprudenza le varianti sostanziali devono essere nuovamente sottoposte a VAS. L’ufficio ambiente della Regione si è sempre opposto, affermando che la VAS era già stata effettuata nel 2017. Ma il sito di Saliceti non era stato neppure preso in considerazione.
Le delegazioni dei comitati, di cui facevano parte anche Teresa Maio, Lanfranco Pambuffetti e Gabriele Moretti) hanno consegnato al ministro Costa, al viceministro Morassut e al senatore Mattia Crucioli, mebro 5 Stelle della Commissione ambiente del Senato, una memoria tecnica.
Comitato Sarzana, che botta!