Gli italiani sono nuovamente chiamati alle urne i prossimi 20 e 21 Settembre per un referendum confermativo di una modifica della Costituzione che riduce il numero dei parlamentari stabilito dall'Assemblea nel 1948.
Della riforma non se ne sta parlando per nulla e per sgombrare qualsiasi dubbio e per rilanciare un dibattito anche in città confermo che io voterò convintamente NO al Referendum.
Io voterò contro non per preservare le poltrone ma per salvare le istituzioni e questo sono due aspetti diversi.
Il fronte del Sì si muove con una sua logica nel portar avanti la sua battaglia per la riduzione dei Parlamentari: non crede nella democrazia parlamentare, vuole la distruzione delle istituzioni e del Parlamento e crede nella democrazia diretta. E questo è il miglior modo per distruggere perché non è vero che si fa efficienza, non è vero che sarà mantenuta una rappresentatività politica e perché non è vero che si cambia il funzionamento di Camera e Senato.
Si sceglie la strada del consenso popolare senza la strada della responsabilità, si sarebbe potuto usare la concertazione politica su un tema importante come il numero dei Parlamentari a favore di una riforma seria che potesse veramente rivedere il funzionamento delle istituzioni.
Il punto invece non è abbattere il Parlamento per punire le persone che noi abbiamo mandato a Roma ma far funzionare meglio la macchina istituzionale.
Il tema del referendum è anche l'occasione d'oro per far rinascere una politica con la P maiuscola, perché questa mossa dei 5 Stelle di distruggere tutto il popolo e far trionfare le oligarchie è una politica che non mi convince minimamente. Io sono per il No, e la mia è una battaglia di donne e uomini liberi, di tanti amici anche di diverse culture e sensibilità.
La politica non può rispondere un tanto al chilo e ragionare per slogan perché sarebbe il trionfo della demagogia populista.
Il taglio secco del numero dei parlamentari è l'ennesimo "bonus" che non rende più efficiente la nostra democrazia, non avvicina di più i cittadini né migliora la qualità della rappresentanza, proprio perché è privo di tutto il resto, cioè della riforma costituzionale delle istituzioni.
Oscar Teja
Consigliere Comunale della Spezia