“Siamo al fianco dei lavoratori e dei volontari delle Pubbliche Assistenze – dichiarano Daniele Lombardo (Fp CGIL) e Giorgio Raso (Cisl FP) – giustamente preoccupati per quanto stabilito dalla legge Regionale 15/2020 che immotivatamente toglie alle P.A. la possibilità di effettuare servizi di onoranze funebri. La scelta della Regione oltre che essere incomprensibile è assolutamente scellerata perché mette in crisi un sistema di servizi virtuoso che le Pubbliche Assistenze, attraverso la loro straordinaria rete di lavoratori e volontari, rendono ai cittadini e soprattutto alle fasce più deboli".
Spiegano i due sindacalisti: "I proventi derivanti dai servizi funebri svolti dalla Pubblica Assistenza della Spezia fino all'entrata in vigore della legge Regionale sono stati e saranno infatti totalmente re-investiti in attività essenziali volte al contrasto alla povertà, all'assistenza di anziani, disabili ed in generale di soggetti fragili oltre che al recupero ed al re-inserimento di persone in condizioni di estrema difficoltà. A raccontare questa straordinaria realtà bastano pochi numeri. La P.A. della Spezia consegna medicine e generi alimentari ad oltre 1500 persone segnalate dai servizi sociali, ad oltre 400 senza fissa dimora ed assiste circa 70 famiglie in difficoltà. Nel 2019 i mezzi della P.A. spezzina hanno risposto a quasi 5000 chiamate del 118, percorrendo 36.000 km per rispondere ad emergenze sul territorio comunale. Questi sono solo alcuni dei numeri che rappresentano un'attività essenziale di cui la comunità ha assoluto bisogno".
"Senza risorse, senza gli introiti derivanti dai servizi funebri il nostro territorio rischia immotivatamente di perdere una delle sue realtà più belle ed importanti - proseguono Lombardo e Raso - Rivolgiamo a tal proposito un appello alla politica tutta ed in particolare a tutti i candidati impegnati nella attuale tornata elettorale regionale affinché si impegnino a cambiare immediatamente una legge ingiusta e senza senso. Il destino di questo Ente ultracentenario, che conta oltre 6.000 soci, è in serio pericolo, così come sono a rischio più di 30 posti di lavoro. Per tale motivo mobiliteremo il personale, i soci e tutti i cittadini che volessero dare un sostegno alla Pubblica Assistenza, convocandoli in presidio a Genova, in occasione della prima seduta del futuro Consiglio Regionale”.