È giusto evidenziare, come sta avvenendo nel dibattito politico ma soprattutto nei bar e agli angoli delle strade da parte dei cittadini esasperati, le gravi disfunzioni della sanità nella nostra provincia: reparti essenziali come le terapie oncologiche pronti ma che non riaprono; le attività ambulatoriali sospese a tempo indeterminato, con evidenti effetti perniciosi sulla tempestività delle diagnosi; l'impressionante mobilità passiva (migrazione di pazienti in altre regioni); le gravi carenze nella gestione dell'emergenza Covid 19, solo in parte compensate dalla competenza e all'abnegazione di primari e personale medico ed infermieristico.
Ed è giusto anche sottolineare come su tutto questo pesi come un macigno l'inadeguatezza della dirigenza Asl, reclutata in Lombardia tra i panchinari più scadenti della Sanità di quella Regione, alla quale cercano talora di porre rimedio - aumentando la confusione - i sanitari che sono anche amministratori pubblici leghisti (Medusei, Eretta), in un groviglio di incompetenze, di vuoti proclami, di rassicurazioni inattendibili che lasciano sgomenti.
Segnalare tutto questo è importante. Ma ancor più importante è denunciare la desolante abdicazione della Regione Liguria rispetto alla funzione di programmazione, che più di ogni altra qualifica (o meno) l'azione di una amministrazione regionale. Guardiamo al nuovo Felettino: dopo il Covid 19 l'originario progetto non è più adeguato, non è solo una questione di appalti.
Perché Toti non parla? Perché non dice se la progettazione del nuovo Felettino ha subito modifiche e - se sì - di che genere? Perché non rassicura che i soldi europei che arriveranno (Mes e altri fondi) non saranno destinati soltanto al nuovo ospedale genovese della Val Polcevera?
Francesca Castagna
candidata Pd al Consiglio Regionale