Un biodigestore (un impianto per la trasformazione di rifiuti organici in gas metano) dimensionato e sufficiente per il fabbisogno della nostra provincia, era previsto in località Boscalino. Improvvisamente Recos Iren (ex
Acam) ha chiesto alla Regione l'autorizzazione a triplicare l’impianto e spostare il sito a Saliceti, nel comune di Vezzano Ligure, al confine con quello di Santo Stefano. Un luogo vicino ad abitazioni e al Fiume Magra, nel cui sottosuolo vi sono le falde acquifere da cui proviene l’acqua potabile per tutta la nostra provincia.
Perché questo cambiamento? Il nuovo impianto potrà arrivare a smaltire quasi centomila tonnellate di rifiuti organici l’anno, molto più del doppio dell'organico prodotto dalla nostra provincia. E allora? La risposta è
semplice: a Saliceti arriveranno anche e soprattutto i rifiuti organici di Genova e di altre parti della Regione.
Nonostante le perizie di importanti geologi, quali il prof Raggi dell'università di Pisa, la Regione ha deciso di andare avanti, assecondando Recos Iren nel suo progetto. E la politica locale?
Il centro destra ha cercato di mettere in sordina la questione dimostrando di essere al completo servizio di Genova e dei suoi interessi. L'opposizione, nonostante i proclami roboanti, non è riuscita a creare un vero e
proprio “cartello” dei comuni interessati e retti da amministrazioni di centro sinistra né si è data da fare per sensibilizzare l'opinione pubblica della Spezia e della provincia sui rischi che si possono correre in caso di
fuoriuscita di liquami dal biodigestore. Anche i sindacati, per quanto il numero degli occupati dal nuovo impianto sarà esiguo, non sembrano molto interessarti ad aprire un contenzioso con Recos Iren e con la
Regione.
La battaglia è stata condotta, e continua ad esserlo in prima persona dai comitati locali con l'appoggio di alcune associazioni ambientaliste, presi poco sul serio, perché accusati di appartenere al fronte del no sempre e
comunque.
Avantinsieme Alleanza Civica è contraria alla localizzazione a Saliceti perché ritiene che la nostra provincia abbia già pesantemente pagato in termini di danni e scempi ambientali e che perciò non possa farsi carico delle
inadempienze e delle incapacità progettuali di Genova e della sua classe dirigente; che un impianto del genere, non costituisca un centro tecnologicamente avanzato capace di creare altro lavoro qualificato nella provincia , ma al contrario ritiene che quella tecnologia sia addirittura ormai in via di obsolescenza. E, ultimo ma non ultimo, giudica scellerato che si possa mettere a rischio la potabilità dell'acqua dei nostri acquedotti e la salute
degli abitanti della zona con il rischio di diffusione di miasmi nell'aria circostante. Si devono trovare altre soluzioni: Genova deve prendersi le proprie responsabilità ed accollarsi la propria “rumenta”.
La Spezia non è e non deve diventare la pattumiera della Liguria. Chiediamo a tutti i candidati alle prossime elezioni, a partire dai candidati presidente, di esprimersi chiaramente su questo problema, importantissimo per
il nostro territorio e l’intera regione”.
Alleanza Civica La Spezia - Avantinsieme