ENEL sul turbogas e i containers sembra voler tirare dritto nonostante il territorio sia profondamente contrario. L'industria deve iniziare a capire che la sua attività non è e non può essere avulsa dal contesto circostante.
Un punto fermo per tutti noi spezzini è che entro il 2021 il gruppo a carbone sia definitivamente dismesso.
Anche l'attuale progetto di riconversione della centrale e dell'area va però fermato.
Turbogas, parco containers e un po' di energie rinnovabili, sventolate quasi come fossero uno specchietto per le allodole, sono soluzioni inadeguate e che non guardano al futuro.
ENEL ha in programma la trasformazione di 23 centrali in tutta Italia. Tra queste spiccano quella di Genova e della Spezia.
La società ha codificato un procedimento di riconversione, chiamato Futur-E, basato sul coinvolgimento del territorio, le energie rinnovabili e l'economia circolare. Futur-E è stato attivato ovunque tranne che in Liguria! È chiara, dunque, la responsabilità politica di chi governa la Regione.
Lo abbiamo cercato di dire in tutti i modi a Toti: La Spezia e Genova devono essere inserite dentro il percorso Futur-E.
Non siamo mai stati ascoltati e per questo oggi ci troviamo a questo punto, con l'azienda che tenta di imporre le proprie scelte di business, al di là di ogni altra considerazione.
Attivare Futur-E significa ascoltare gli Enti pubblici, i cittadini, i comitati e gli attori economici del territorio per ripensare il futuro di un'area che può dare tanto, in termini di sviluppo, a tutta la provincia. Con una condizione chiara e precisa: compatibilità con l'ambiente e con la salute delle persone e che l'area, così estesa, non venga polverizzata in tanti micro-progetti poco lungimiranti.
La proposta di ENEL di creare nell'area un polo della logistica è insufficiente perché avrà uno scarso impatto occupazionale con poco valore aggiunto. In quell'area servono veri investimenti sulle rinnovabili, percorsi di ricerca, di sviluppo e di produzione, ad esempio, sui motori di nuova generazione.
Esiste un mondo nuovo da pensare, progettare e realizzare.
Toti e Peracchini hanno perso anche troppo tempo mettendosi, di fatto, dalla parte dell'azienda e dei suoi interessi e contro il territorio.
La provincia spezzina ha bisogno di soluzioni concrete nel solco dell'innovazione, dell'occupazione e della sostenibilità.
Francesco Battistini
Consigliere regionale Italia in comune/Linea Condivisa