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La Corte Costituzionale boccia la legge sui parchi, il M5S: "Ennesima brutta figura della Regione" In evidenza

Resi inefficaci 5 provvedimenti portanti della normativa.

“Perso altro tempo e soprattutto sprecata ancora una volta una montagna di soldi pubblici tra Commissioni e Consigli regionali per votare quella che è apparsa fin da subito una legge anticostituzionale. Vale a dire la legge “taglia-parchi” della Giunta Toti, passata nell’aprile del 2019: sulla norma, questa maggioranza è andata in direzione ostinata e contraria nonostante da più parti si fossero alzate voci critiche e avvisi sull’incostituzionalità del testo, voluto a tutti i costi senza sentire le ragioni di schiere di esperti. Il rischio impugnativa da parte del Governo era dietro l’angolo e infatti così è stato. Ieri, la risposta della Corte Costituzionale, che rende inefficaci ben cinque articoli della norma. E si tratta di pilastri portanti della legge... altro che “contestazioni formali”, come dichiara la maggioranza”, dichiarano i consiglieri M5S in Regione Liguria commentando la sentenza della Consulta.

 

“La Corte Costituzionale - spiegano il capogruppo regionale Fabio Tosi e il vicecapogruppo regionale Andrea Melis - rispedisce dunque al mittente i capisaldi del provvedimento, vale a dire il taglio di circa 540 ettari di aree protette con pesanti ripercussioni sui confini dei parchi regionali di Alpi Liguri, Aveto, Antola, Beigua, senza coinvolgere preliminarmente gli enti parco e gli enti locali. E poi, la Consulta contesta la violazione della normativa statale, che prevede invece che il piano del parco prevalga su tutti gli altri strumenti di pianificazione territoriale; rispedisce al mittente la modifica del funzionamento degli organi consultivi , le “comunità del parco”, senza demandare tali questioni ai rispettivi statuti (ad esempio stabilendo che il voto di alcuni componenti conti per un peso di tre centesimi); contesta il punto in cui si cancellavano i riferimenti alle aree protette di interesse locale. La Corte ha inoltre fissato il principio in base al quale le convenzioni dei singoli parchi con associazioni che gestiscono guardie volontarie non possono surrogare gli obblighi di sorveglianza pubblica da parte dell’ente parco”.

“Più volte, e purtroppo invano, abbiamo sollecitato il centrodestra a vedere i parchi regionali non come qualcosa che sovrasta e soffoca i territori e i Comuni ma come preziosi strumenti di sviluppo sostenibile - aggiungono Tosi e Melis -: le aree protette sono infatti i pilastri su cui costruire il nostro futuro; sono strumenti indispensabili e senza pari per uno sviluppo socio-economico e naturale sostenibile”.

“Morale: la Giunta Toti ha ricevuto l’ennesimo schiaffo, l’ennesima débâcle che francamente poteva risparmiarsi (evitando anche lo sperpero di soldi pubblici) se solo avesse avuto l’umiltà di ascoltare chi da sempre si occupa di ambiente e patrimonio naturale. Leggano pure con molta attenzione la sentenza: i presupposti con cui è stata emessa sono lapalissiani”, concludono i consiglieri pentastellati.

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