C'era una volta un tavolo di confronto che vedeva seduti a fianco ASL e sindacati poi, come emerso durante la IV Commissione consiliare del Comune della Spezia, tutto naufragò, a detta dei rappresentanti dei lavoratori perchè le loro richieste non venivano ascoltate.
Venerdì 5 giugno ASL e sindacati torneranno a confrontarsi, sul tema della gestione dell'emergenza Coronavirus, ma non solo.
Stesse tematiche affrontate in Commissione, dove i sindacati sono stati auditi, oggi pomeriggio, per ascoltare le loro opinioni sulla gestione dell'emergenza Covid-19 in ASL 5.
Le criticità emerse sono quelle già più volte ribadite negli ultimi tre mesi, prime fra tutte la mancata realizzazione di un ospedale Covid; le difficoltà a reperire dispositivi di protezione individuale; la gestione delle RSA.
“Falle gravissime”, le hanno definite i sindacati.
“Eravamo già in una situazione complicata – hanno concordato tutte le sigle – poi con il Coronavirus tutti i nodi sono venuti al pettine, a causa di una gestione fallimentare che ha messo in luce tutte le lacune”.
Due le tematiche che in questi mesi sono state avanzate ma di cui si è discusso meno, che invece hanno alimentato gran parte del confronto in Commissione.
La prima è quella dell'assistenza domiciliare, che in tempo di Coronavirus significa squadre GSAT (Gruppi Strutturati di Assistenza Territoriale), ma che viene intesa anche in senso più ampio e meno specifico.
La richiesta dei sindacati è quella di una sanità non “ospedalocentrica”, ma che sia decentralizzata sul territorio e che, attraverso l'assistenza domiciliare, possa curare prima ed evitare anche che i pazienti si aggravino e conseguentemente abbiano bisogno di ricovero. Serve una pianificazione, una strutturazione diversa e più personale, oltre al lavoro, definito egregio anche in questo frangente così difficile, dei medici di famiglia.
La seconda questione è quella dei posti di lavoro. Non solo la vertenza OSS ed il tanto contestato concorso. Si è parlato anche dei posti di lavoro potenzialmente a rischio per i lavoratori delle RSA, perchè al momento in tante ci sono diversi posti vuoti, anziani in meno e quindi minore richiesta di personale.
Sarebbero, ad esempio, secondo quanto riportato dai sindacati, una quarantina i posti liberi al Sacro Cuore di Brugnato, corca 15 al Mazzini, con il centro diurno anora chiuso e il centro disabili e la comunità alloggio con 1 solo paziente ciascuno.
Se, quindi, i lavoratori delle RSA sono a rischio, mancano, invece, gli operatori per il controllo della sicurezza sui posti di lavoro, particolarmente importante in questo periodo anche per la supervisione del rispetto delle norme anti-Covid. Sono solo 4 rispetto ai 20 di qualche anno fa, sempre secondo i numeri riportati dai sindacati.