Intendiamoci: a tutti fa piacere tornare a vivere e avviarsi verso la normalità. Sicuramente i lavoratori autonomi, i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti hanno necessità di tornare ad aprire le loro attività per poter far girare l'economia e, troppo spesso, riuscire a sopravvivere.
È inutile dire che questa Regione, a differenza di altre anche amministrate dalla stessa parte politica, non ha erogato fondi e aiuti sufficienti a supportare le nostre attività imprenditoriali. Persino le richieste di cassa integrazione in deroga sono state inviate in ritardo. Inaccettabile!
Toti e la sua maggioranza finora non hanno saputo far altro che lamentarsi, in maniera strumentale, nei confronti del Governo nazionale. Non utilizzino le riaperture anticipate per coprire le loro mancanze e tentare di recuperare consenso.
Il mio invito è quello di fare un lavoro serio e ponderato o il rischio sarà elevato. Visti i dati del tasso di crescita per i nuovi contagi, che in Liguria è tra i più alti d'Italia assieme a Lombardia e Piemonte, dobbiamo usare la massima prudenza. Una nuova serrata e un ritorno alla Fase 1 non le reggeremo né sotto il profilo economico né sotto quello sociosanitario.
Noi torniamo a chiedere alla Giunta, in collaborazione con A.Li.Sa., di preparare un decalogo di comportamento rivolto ai cittadini e a chi eroga servizi. Ogni categoria ha specificità e criticità uniche che vanno affrontate con chiarezza e rigore prima della ripartenza.
Un breve esempio ce lo forniscono i parrucchieri e gli estetisti, tra le categorie menzionate da Toti. Loro avranno un contatto più diretto con i loro clienti e dunque dovranno sapere come proteggere se stessi e la loro clientela.
Ad oggi non sono ancora stati pubblicati dei protocolli destinati ai settori più a rischio e senza è inaccettabile pensare di ripartire il 18. Bisogna darsi una mossa, caro Toti, per dare tempo ai gestori di organizzarsi e preparare al meglio le loro attività.
Rimane poi l'enigma sulla possibile positività sia degli imprenditori, sia di dipendenti e clienti. Ciò perché le ASL liguri, ad oggi, non sono ancora state in grado di fornire un numero di test e di tamponi sufficienti a coprire una fetta ampia di popolazione. Anche su questo fronte la nostra Regione è deficitaria e si trova tra gli ultimi posti per numero di tamponi fatti in relazione al numero di abitanti. Dobbiamo incrementare il ritmo dei test giornalieri.
Inoltre è necessario avere un piano di funzionamento, sviluppo e investimento sui PSAL: le Strutture complesse di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro delle singole ASL. Il personale tecnico è sotto dimensionato e le consulenze, le verifiche e i controlli, nelle prossime settimane dovranno crescere in maniera considerevole.
Queste sono tutte proposte e suggerimenti che abbiamo messo, nero su bianco, nell'ennesima lettera inviata al Presidente Giovanni Toti e agli Assessori alla Sanità, alla Protezione civile, alle Attività produttive e allo Sviluppo turistico della Liguria.
Ci auguriamo, questa volta, di venire ascoltati per affrontare con maggior tranquillità la Fase 2.
Francesco Battistini
Consigliere regionale
Italia in comune/Linea Condivisa