"Si rincorrono notizie a mezzo stampa sulla decisione di Asl5 di dedicare un piano della struttura dell’istituto Don Gnocchi a coloro che, ancora positivi al Covid, non possono aspettare la fine della malattia nella propria casa.
L’assistenza ai pazienti Covid deve essere qualificata e costante fino alla completa risoluzione della malattia e alla negativizzazione dei tamponi. Ma raccogliamo le preoccupazioni di alcuni parenti di degenti della struttura, è chiaro che l’utilizzo promiscuo di una sede che ad oggi è ancora completamente indenne dall’attacco del virus, rischia di mettere in pericolo la salute degli altri ospiti.
È del tutto incomprensibile perché si progettino soluzioni che possono esporre a rischio di contaminazione Covid strutture pulite e già in uso da pazienti ordinari, operazione contraria alle indicazioni del ministero della Salute.
Torniamo a dire che questa nuova emergenza nell’emergenza nel nostro territorio è il frutto di una cattiva organizzazione delle strutture da parte della dirigenza di Asl, che sin da subito avrebbe dovuto pensare alla divisione degli ospedali per consentire a tutti gli utenti di non essere esposti al rischio continuo di contagio reciproco.
Si fermi Asl5, è ancora in tempo a dividere le strutture; finirà l’emergenza ma non la convivenza con questo virus almeno fino a quando non sarà a disposizione un vaccino per tutta la comunità.
È necessario che Asl5 si attrezzi finalmente e non perseveri negli errori, ma affronti con prudenza ogni nuova necessità. E che spieghi a tutti, degenti, familiari, cittadini le ragioni delle proprie scelte e come ciascuna di esse escluda ogni rischio di contagio".
Federica Pecunia, Italia Viva La Spezia