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Emergenza Covid-19, Italia Viva: "I dati in Liguria non sono ancora chiari" In evidenza

 

"I dati dei contagi della Liguria iniziano finalmente a dare il quadro della situazione, ma inspiegabilmente non sono ancora chiari."


Regione Liguria, secondo un articolo uscito in identica forma in alcune testate del Ponente e di Genova, avrebbe addolcito i dati del contagio per aiutarci a sostenere il carico emotivo di questi giorni.
È una pietosa bugia.

Regione Liguria e Alisa non erano in grado di fornire i dati ai cittadini perché non li avevano e non li fornivano neanche al Ministero della Salute.
Per settimane hanno inviato al Ministero i dati dei contagi complessivi che avevano registrato - compresi tutti i tamponi processati - solo che di quasi la metà non sapevano indicare l'appartenenza territoriale.
I dati in aggiornamento non sono mai stati, nè potevano esserlo, i tamponi in attesa di risultato, dacché erano conteggiati dal Ministero, evidentemente secondo le indicazioni regionali, tra i casi totali di contagio.
Banalmente e tragicamente Alisa aveva dati di contagi certificati ma non sapeva assegnarli per territorio.
Solo da mercoledì 8 aprile - dopo che il problema è stato sollevato da Italia Viva e anche da diversi quotidiani e solo dopo che Raffaella Paita ha depositato un'interrogazione parlamentare - solo dopo questi fatti - Alisa è riuscita a distribuire i contagi per territorio.

Ma ancora non riesce a essere trasparente come le altre regioni.
O forse teme che se inizierà a diffondere i dati correttamente e in modo trasparente ci accorgeremmo di quello che ieri ha rivelato il Sole 24 ore, che in Liguria si muore troppo e che i vertici regionali non mostrano di preoccuparsene o perché non lo sanno o perché non sanno che fare.

Invece di preoccuparsi del nostro umore Regione Liguria comunichi con chiarezza quanti sono anche i casi totali, i guariti e i decessi dall'inizio dell'epidemia divisi per territorio, se ne è a conoscenza.
Invece che del nostro patema d'animo si preoccupi di implementare i tamponi e somministrare test sierologici a chiunque lavori nelle attività essenziali, operatori sanitari e no; si preoccupi della nostra salute, presente e futura, iniziando da subito a individuare gli ospedali che nei mesi a venire ospiteranno malati covid e quelli in cui nella prossima convivenza con il virus potremo usare in sicurezza per curare le malattie comuni, senza continuare a sporcare ogni luogo di cura in cui trovi posti liberi.

Glielo chiediamo Presidente Toti perché da settimane era necessario estendere nei fatti e non a parole i controlli diagnostici e perché sin d'ora abbiamo bisogno di cure ordinarie e ne avremo ancora necessità in futuro e a tutto questo questo occorre pensare ora e già siamo in ritardo.

Antonella Franciosi e Gianluca Tinfena - coordinatori Italia Viva La Spezia

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