C’è qualcosa che non torna. I casi di covid-19 registrano numeri ancora elevati in Val di Magra e in tutto il territorio della provincia, quando meno te l’aspetti, l’Asl 5 cancella e non potenzia il servizio tamponi di riscontro alla positività del virus, in ambito territoriale in particolare negli ambulatori di Distretto.
Notizie stampa hanno riportato la sospensione, a partire da sabato scorso, delle prestazioni svolte - e aggiungiamo svolte professionalmente dagli operatori asl in questi giorni di emergenza - dai distretti sociosanitari destinate alle persone sintomatiche al domicilio ed ai loro familiari. Non parliamo poi delle enormi difficoltà incontrate dai medici di famiglia a ottenere l’esame a domicilio nei casi di pazienti gravi sintomatici. Ancora peggio sono risultati e risultano lunghi tempi di risposta ai tamponi diagnostici effettuati nelle case di riposo, tra le quali la Sabbadini di Sarzana, nelle strutture residenziali per disabili, psichiatriche e tossicodipendenze ed al relativo personale, dirottati a Genova. Il rischio contagio purtroppo sale in capo al personale sanitario, assistenziale, i pazienti e i cittadini.
In un momento critico, è sbagliato non pensare a misure di potenziamento delle strutture. Il servizio aggiuntivo alla Casa della salute stava funzionando bene da due settimane ed è stato interrotto con l’amarezza delle prenotazioni disdette. Si sta poi perdendo la chance di incremento delle prestazioni riguardo al laboratorio analisi del Sant’Andrea, che copre lo studio di circa 160 tamponi al giorno, su pazienti, familiari e personale ospedaliero. Non solo. Sarebbe stato in grado di svolgere pure gli accertamenti sierologici per individuare la presenza di anticorpi del covid-19, bloccati anche questi da quasi due settimane.
Quello che dispiace davvero è la mancata risposta ad un’emergenza terribile, un comportamento riconducibile all’Azienda sanitaria spezzina e alla Regione colpevoli di lasciare in balia di sé stesso il servizio pubblico. Di questo chiediamo spiegazione. Anzitutto ai vertici dell’Asl 5 che in questi giorni difficili non brillano per trasparenza e chiarezza, sordi alle richieste della pubblica opinione. I ritardi nell’estendere i tamponi costano purtroppo aggravarsi della patologia, per la mancata diagnosi precoce, e ricoveri.
Sulla base di quanto sopra ci sentiamo in dovere verso i cittadini il personale sanitario e di assistenza di domandare:
Come mai si blocca un servizio bene funzionante, il tampone fatto a livello ambulatoriale distrettuale permette di fare quasi 70 campioni in tempi brevi e con l’uso di un solo set di dispositivi di sicurezza, di fare uno screening importante sui casi sospetto domiciliari e sui familiari, tutto questo permette di attivare sistemi di isolamento controllati e di valutare l’efficacia e l’esito delle cure domiciliari gestite dai medici di famiglia. Così come di decidere precocemente l’eventuale ricovero. Si ricorda che l’eventuale solo prelievo a domicilio comporta lentezza operativa e consumo elevato di dispositivi di protezione, il personale lo deve indossare e dismettere dopo ogni prelievo. Si domanda ancora quale ragione guida la scelta dell’interruzione del servizio, non può essere solo una questione economica, almeno nella situazione attuale.
E ancora. Come mai il Laboratorio del S. Andrea, in grado da tempo di effettuare la ricerca degli anticorpi specifici per il Covid-19, non ha ancora avuto l’avvallo della Direzione Aziendale. La ricerca degli anticorpi permette di individuare persone con infezione pregressa ed è molto utile, per esempio per considerare il rientro al lavoro di persone contagiate, guarite ed ora autoprotette. Perché il ritardo? Anche in questo caso non può essere solo una ragione economica.
Di più. Cosa si aspetta a potenziare i laboratori aziendali, in primis e poi eventualmente si aggiungano altri laboratori, privati, nella capacità di elaborazione dei campioni (tamponi ed ematici), tutto questo facilita i trasporti dei materiali, velocizza le operazioni di analisi e di risposta, rispetto a quanto caoticamente avviene oggi con l'invio a Genova ed il ritorno delle risposte, se tornano, in tempi davvero, inevitabilmente, eccessivi.
Infine, il personale incaricato delle azioni descritte, cui va il nostro affettuoso ringraziamento, è in grado di svolgere da subito, in ambito domiciliare e ambulatoriale sia i tamponi sia i prelievi di sangue, così come di collaborare con i medici di famiglia alla gestione dei casi. Ci si domanda ancora, poiché la strada della diagnosi precoce e della cura è ancora lunga, quanto si deve aspettare per potenziare le azioni territoriali descritte al fine di ridurre gli accessi agli ospedali, ai reparti e alle terapie intensive. Oramai sappiamo che questa è la strada, assieme al “restate a casa”!
UNIONE COMUNALE PD SARZANA