Giorgio Almirante fu, dal settembre del 1938, segretario di redazione della rivista fascista “La difesa della razza”: la testata cui il regime fascista consegnò il compito di teorizzare e promuovere le politiche di discriminazione razziale, destinate ad assumere una sempre più marcata centralità nell’azione concreta di asservimento dell’Italia all’alleanza con il nazismo, e a giustificare od occultare i crimini commessi contro le popolazioni indigene nel corso delle guerre coloniali.
“La difesa della razza” diede inoltre supporto teorico all’antisemitismo, divenuto politica ufficiale del regime e attiva complicità prestata a Hitler nella realizzazione della cosiddetta “soluzione finale”, vale a dire il progetto di distruzione totale degli ebrei d’Europa.
Di questa somma di vere e proprie “vergogne nazionali” Giorgio Almirante fu protagonista responsabile e ciò rende inaccettabile, non per una parte politica ma per tutta la comunità democratica spezzina, che si pensi addirittura di “onorarlo” intitolando al suo nome un luogo della città. L’intitolazione di vie, piazze, edifici pubblici, è riservata a chi ha illustrato con gesta positive o atti eroici la propria collettività locale o nazionale. Non può andare a chi ha gettato nel fango la bandiera e l’onore della Patria, rendendola complice del capitolo più oscuro della storia dell’umanità.
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