"Il prossimo consiglio regionale sancirà la fine della diatriba sul Parco del Magra, la proposta Costa non passerà perché la maggioranza è divisa.
Il dibattito, fatto durare dai proponenti appositamente per molto tempo per mere esigenze elettorali, è stato spesso aspro e ha polarizzato molto la discussione. Mi auguro che terminata la fase Parco Si o Parco No, si colga l'occupazione per una vera riforma del Parco.
Da quando è nato il parco ha svolto molte funzioni ma è rimasto troppo lontano dai cittadini, serve un parco più vicino al cittadino e meno ai conferenzieri.
Il parco così com'è non va, sono troppi i cittadini che lamentano la scarsa fruibilità dei sentieri, delle zone lungo il fiume Magra e questo danneggia l'immagine stessa del parco.
Per rendersi conto di questo basta fare un giro lungo il fiume in zona Battifollo in generale lungo la sponda sarzanese, aree fino a una decina di anni fa perfettamente fruibili, oggi in alcuni tratti difficilmente frequentabili e colme di rifiuti a cielo aperto.
Se il Parco, come dicevo, non riesce ad esercitare a pieno le sue funzioni è principalmente perché l'amministrazione regionale in questi anni ha tagliato fortemente i fondi ad esso dedicati.
Servono finanziamenti forti ogni anno per le manutenzioni del territorio, per rimediare allo stato di abbandono in cui versano diversi territori.
E ancora è necessario che il Parco possa contare su risorse proprie, come ad esempio quelle derivanti dai canoni del demanio fluviale, ad oggi non gestite in alcun modo dall'ente parco.
Da ultimo, ma non certamente per importanza, finanziamenti per investire in materia di educazione ambientale, necessaria per far crescere una cultura di tutela e valorizzazione delle nostre risorse.
Infine, a mio parere occorre un coinvolgimento pieno e attivo dei cittadini, magari attraverso la realizzazione di una consulta che garantisca la loro partecipazione alle politiche di difesa dell'ambiente
Il Parco deve cominciare veramente ad essere vissuto come un'opportunità".