Si è svolta oggi la commissione consigliare richiesta dalla Lega a seguito del 'caso Bibbiano', come richiesto lo scorso 30 settembre in consiglio comunale.
"Un tema delicato, quello dell'affido e della tutela dei minori- ha spiegato la consigliera della Lega Lorella Cozzani- Un tema delicato su cui la politica non investe ancora abbastanza. Vogliamo capire meglio il sistema degli affidi il suo funzionamento nel Comune della Spezia".
A rispondere alle domande la dirigente e la responsabile Stefania Branchini e Concetta Versi che hanno spiegato nel dettaglio come funziona il mondo dei Servizi Sociali nel Distretto 18, quello di cui fa parte La Spezia, insieme a Lerici e Porto Venere, con particolare riferimento alle dinamiche che portano all'allontanamento dei minori.
Ha spiegato Branchini: "L'affidamento famigliare è un istituto che non va confuso con l'adozione e che svolge una funzione strategica per famiglie e bambini. In sostanza, si chiede ai concittadini di occuparsi insieme di situazioni che determinano la necessità di allontanare il minore. La povertà non c'entra nulla, ma c'entra la tutela del bambino. L'intervento viene fatto con il Tribunale che chiede una relazione ai Servizi Sociali e ai servizi specialistici di Asl, compreso lo psicologo, ma anche Sert dove necessario o altre istituzioni come Forze di Polizia. Solo al termine della relazione il Tribunale- sia minorile che ordinario- chiede l'intervento, che solo in alcuni casi prevede l'allontanamento del minore verso una famiglia affidataria o una struttura".
Fino al 2018 la gestione è stata organizzata di concerto anche con i distretti della Val di Magra e Val di Vara, ma dal marzo 2019 ogni distretto ha iniziato ad organizzarsi per sè, con l'ausilio di uno psicologo messo a disposizione da Asl. Inoltre, attualmente, il comune della Spezia si avvale di un assistente sociale esterno, che fa parte di una cooperativa. "L'intenzione- ha sottolineato Branchini- è quella di internalizzare anche questo aspetto". In questi anni è stata anche elaborata una procedura per gestire modi e tempi, dell'affidamento, oltre ad aver messo a disposizione un numero di cellulare sempre disponibile per le famiglie affidatarie, ed un percorso di promozione dell'affidamento che ha portato alla candidature di 20 famiglie di cui la metà almeno risultate idonee.
Ad entrare più nello specifico la consigliera Patrizia Saccone, che ha chiesto di approfondire i costi e le dinamiche che si instaurano tra le strutture e il Comune.
Dai dati forniti e dalle spiegazioni fornite dall'assessore Giulia Giorgi, è emerso che l'allontanamento dei bambini è l'estrema soluzione ed è un provvedimento inserito in un percorso che non coinvolge solo il Comune, ma da un'equipe composta da numerose professionalità, come educatori e psicologi.
Negli ultimi anni il numero di bambini allontanati è diminuito negli ultimi tre anni, anche se la Liguria ha un tasso alto di allontanamento: "Un dato che va contestualizzato- hanno commentato le responsabili del servizio sociale- perché la magistratura è attenta e i Servizi sociali funzionano bene. L'allontanamento lo fa una equipe, un gruppo di persone che molto spesso rischiano anche aggressioni o ritorsioni da parte delle famiglie coinvolte, quindi ci sarebbe, a logica, tutto l'interesse a far finta di niente e non affrontare un percorso difficile, anche emotivamente, come è quello dell'allontanamento. In ogni caso, prima di arrivare all'allontanamento ci sono tantissimi altri progetti che vengono messi in atto per aiutare le famiglie".
La commissione è servita quindi a sottolineare l'alto livello di competenze e attenzione al tema garantito dal Comune della Spezia, che non registra zone d'ombra o ambiguità, anche perchè, come ribadito più volte: "Le strutture godono di circa 130 euro che vengono erogati dal Comune ogni volta che alla struttura viene affidato un bambino con la madre, mentre circa 90 al giorno se ad essere affidato è solo il bambino. Da un punto di vista economico ciò farebbe pensare che la struttura abbia convenienza economica a tenere lì i bambini e le mamme, ma sicuramente ci sono controlli e non è la struttura che decide se il bambino deve continuare a stare lì, ma tutta l'equipe". Anche per questo, nel 2017 è stato assunto un coordinatore pedagogico che periodicamente va in struttura per valutare che il programma educativo del bambino sia rispettato.
Conferma il quadro positivo del settore anche il consigliere Massimo Lombardi: "La situazione a Spezia è tranquilla e positiva. La conosco come professionista quindi posso confermare con quanto scrupolo e attenzione interviene il Comune".
Tanto però si potrebbe ancora fare, come spiegato dalla dirigente: "Un investimento importante dovrebbe essere fatto dal sistemo sanitario, perchè c'è bisogno di più psicologi e professionisti. L'allontanamento non dovrebbe essere definitivo, ma c'è bisogno di continuare a lavorare con la famiglia d'origine là dove possibile. Per il futuro poi abbiamo intenzione di creare uno 'spazio famiglia', che verrà presentato durante un convegno sul tema nei primi giorni di dicembre. L'obiettivo è quello di mettere a disposizione delle famiglie un luogo dove essere ascoltati e dove possano confrontarsi".