Il commissario Borioli oggi mi ha attaccato personalmente per cui intendo rispondere direttamente.
Il commissario non conosce la mia storia personale e politica e perciò non gli permetto di bollare come trasformismo una scelta politica e umana.
Mai, neppure all'interno del PD tra le miriadi di correnti, ho dato vita a episodi di trasformismo, magari praticati da altri. Un filo conduttore politico, l'adesione a un partito nuovo che si basava sulle primarie, sul segretario PD candidato premier, su un PD plurale e aperto, mi ha condotto a sostenere prima Veltroni poi Franceschini e infine Renzi. Quindi sempre politicamente "non con la ditta".
Inoltre siccome la memoria non mi inganna mai, ricordo bene il colloquio intercorso tra noi.
La mia posizione è sempre stata identica in tutte le mie dichiarazioni: "Parteciperò alla Leopolda per capire cosa sarà quel soggetto politico e osserverò che strada prenderà il PD".
Anzi a Borioli avevo aggiunto: "Come ti avranno riferito sono tra coloro che sono in dubbio, ma non aspetterò mai di essere rieletto per poi cambiare casacca, deciderò certamente prima".
Infine aggiungo che potrei definire il colloquio avuto illuminante, poiché quando ho criticato la decisione di commissariare il coordinamento provinciale la risposta di Borioli è stata che si è trattato di una decisione presa da Roma.
Lo ripeto, si tratta di precisazioni dovute dopo l'attacco di Borioli, ma il mio impegno da oggi in poi sarà solo quello di far crescere una nuova comunità, quella di Italia Viva nel rispetto di tutte le forze politiche con cui siamo alleati.