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Enel, l'opposizione lascia l'aula. Melley: "Il Comune sembra un asilo nido" In evidenza

In commissione i consiglieri di minoranza non partecipano al voto sul dossier della nuova centrale. L'intervento di Guido Melley.

"Ci stiamo battendo dall’inizio della consiliatura per dire un definitivo stop al funzionamento della Centrale dopo che la nostra città - e dunque tutti noi - ha convissuto per 60 anni con i fumi, le ciminiere e l’inquinamento provocato dal mega impianto di Vallegrande.

Sino a qualche anno fa era - purtroppo- impensabile ipotizzare la dismissione della Centrale e le Amministrazioni comunali degli ultimi 20/30 anni hanno provato a mitigarne gli effetti sul territorio e sulla salute della popolazione con progetti di (parziale) “ambientalizzazione” del sito industriale, con risultati comunque non marginali ma non certo risolutivi.

Poi è cambiato qualcosa. Le politiche mondiali, europee ed anche quelle nazionali hanno virato verso lo stop all’uso dei combustibili fossili (carbone, gas, ecc) nella produzione di energia elettrica e nelle altre attività civili ed industriali.

Finalmente tre anni fa il Governo italiano ha avviato un nuovo piano energetico (la cosiddetta Strategia Energetica Nazionale) ed Enel ha definito un piano industriale che prevedeva, tra le altre, la chiusura della Centrale Enel della Spezia nel 2021.

Cosa avrebbe dovuto succedere quindi? Cosa avrebbe dovuto fare la nuova Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Peracchini da metà 2017?

Sarebbe stato necessario non mollare la presa, non attendere gli sviluppi ma anzi agire, agire politicamente costringendo Enel, Governo e Regione Liguria a confrontarsi ad un tavolo istituzionale per definire un chiaro cronoprogramma per la cessazione degli impianti, la salvaguardia della dotazione occupazionale degli addetti del sito spezzino, la bonifica delle aree a cura di Enel e - non ultimo - l’avvio di un percorso condiviso per la riconversione del sito di Vallegrande per investimenti legati alla green economy ed all’innovazione tecnologica .

In una parola. Sarebbe stato necessario “fare politica”, governare i processi e prendere l’iniziativa: senza aspettare, senza attendere che decisioni così cruciali per il nostro territorio venissero prese a Roma o altrove.

Ed invece niente. La Giunta Peracchini e la loro maggioranza hanno dormito per mesi e mesi, hanno poi votato a favore del progetto presentato da Enel di trasformazione degli impianti di Vallegrande da carbone a turbogas per poi smentirsi e ricredersi solo poco tempo dopo. Non hanno avuto neanche la forza ed il coraggio di chiedere alla Regione - a quella stessa Regione guidata da Toti e dalla stessa coalizione di centrodestra - di dire un secco no al progetto di Enel.

Peracchini ed i suoi hanno dichiarato a parole di essere contrari ma non hanno poi mosso foglia, limitandosi a qualche pronunciamento in Consiglio Comunale ed a qualche “letterina” indirizzata dal Sindaco ai ministeri romani.

Mentre invece occorreva passare dalle parole ai fatti. E noi - noi gruppi di opposizione - non siamo stati con le mani in mano.

Abbiamo promosso mobilitazioni popolari, proposto mozioni ed ordini del giorno a ripetizione per bloccare Enel sino a depositare ai primi di luglio una proposta di deliberazione per il Consiglio comunale, redatta da noi consiglieri con il solo supporto di qualche amico esperto della materia. Cosa ci proponiamo di fare con questa delibera?

L’intenzione è quella di modificare il Puc (il piano regolatore spezzino) ed impedire su tutto il territorio comunale - e dunque non solo nelle aree Enel di Vallegrande - la presenza di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da combustibili fossili.

Dopo un paio di mesi Peracchini ha presentato la “sua” proposta di delibera, che ad inseguimento della “nostra” riporta l’obiettivo da noi dichiarato ed allarga la disciplina ad una nuova configurazione urbanistica delle aree Enel.

In Comune sembra di avere a che fare con un nido di infanzia a volte. Prevalgono i bisticci, le piccole ripicche ed i dispetti capricciosi che talora sono tipici dei bimbi che stanno crescendo.

In questo caso Peracchini, se avesse avuto un senso vero del lavoro istituzionale ed avesse a cuore gli interessi della città (e non solo della sua parte politica), avrebbe dovuto chiamarci mesi fa, chiedere a tutti di lavorare insieme per un obiettivo comune, ringraziarci per la proposta che avevamo elaborato e provare a definire un documento ed una iniziativa comune. Ed invece niente, niente di niente.

Un ultima considerazione apparentemente tecnica, ma invece molto importante sul piano politico. La “nostra" proposta di delibera se venisse approvata rappresenterebbe un punto fermo per il Comune, perché passato il periodo per eventuali osservazioni diventerebbe norma cogente su tutto il territorio comunale e dunque anche per Enel.

La proposta della Giunta, che peraltro è condivisibile, prevede invece un iter approvativo ben più lungo (tra procedura di VAS e mille altre incombenze) che non può che agevolare di fatto le “manovre” di Enel volte a portare avanti - a torto o a ragione - il progetto dell’impianto a turbogas sul sito spezzino.

Ieri ci siamo confrontati in seno alla commissione consiliare . La “nostra” proposta è stata bocciata senza se e senza ma dai gruppi di maggioranza. L’ordine di scuderia impartito da Peracchini è stato ancora una volta quello. Contrapposizione ad oltranza, altro che spirito unitario e lavoro comune nell’interesse della città e di tutti i cittadini.

Noi per parte nostra ci eravamo detti ben disponibili comunque a votare la “loro” proposta. Ma preso atto del muro contro muro alzato da questa maggioranza miope, ottusa ed infantile (per l’appunto), abbiamo dovuto alzarci e - per rispetto almeno verso noi stessi ed il faticoso lavoro che avevamo prodotto - non abbiamo partecipato al voto in Commissione riservandoci di esprimerci in aula consiliare ai primi di ottobre.

Una piccola anche se amara soddisfazione l’abbiamo avuta. Le nostre ripetute iniziative e la nostra delibera depositata ai primi di luglio, hanno indotto e costretto questa Giunta a darsi una smossa ed a predisporre comunque, seppure in colpevole ritardo, un atto deliberativo che a breve sarà approvato.

Certo rimane un fatto ineluttabile. Un Sindaco partisan che divide e non unisce indebolisce la città, l’intera comunità. Ed una città divisa e debole è terrà di conquista per chiunque, a partire da Enel".

Guido Melley
Capogruppo in consiglio comunale di "LeAli a Spezia"

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