Siamo arrivati alla conclusione, come si dice e tutti i nodi vengono al pettine.
Con l’ intervento di ARPAL del 25/10/2018 che attraverso un sopralluogo e analisi in merito ha “Certificato che le coperture contengono amianto’nella forma di “Crisotilo” e “crocidolite” quindi Eternit che versano in scadente stato di conservazione” questo è una parte di quanto scritto da Arpal nella nota trasmessa dalla procura della Repubblica arrivata all’ amministrazione di Santo Stefano di Magra il 12/07/2019.
Noi non siamo sorpresi affatto di quello che viene ancora scritto in merito: ”Ritiene necessario procedere urgentemente alla messa in sicurezza e/o eliminazione della copertura ancora in posto e allo smaltimento dei pezzi già caduti, che per loro natura sono considerati rifiuti pericolosi”
Noi continuiamo a chiederci: come è possibile che sia stato concesso un finanziamento ad un progetto su di un’area dove sorgevano diverse criticità ambientali? Chi ha verificato se l’area era a norma dal punto di vista della sicurezza ambientale prima di concedere il finanziamento?
Come si è potuto continuare senza ritegno per la salute pubblica, promuovere e far continuare in questo sito iniziative culturali, dibattiti, manifestazioni con minori, possibilità di inserimento di aziende, e non di meno far lavorare gli uffici e naturalmente svolgere i propri consigli comunali?
In aggiunta l’A.S.L 5 scrive “che ha effettuato sopralluogo il 24/05/2019, “Ha altresì ritenuto necessaria e imprescindibile l’adozione di provvedimenti a tutela della salute pubblica... e la rigida delimitazione delle aree interessate".
E la giunta cosa fa?
In una totale confusione delibera “Patrocinio e utilizzo opificio ex calibratura per evento teatrale del 14 Luglio 2019!!!
Ma sanno quello che fanno?
Vorremmo ricordare che l’amianto non ti avverte della sua pericolosità, si disperde ovunque, le sue fibre volatilizzano nell’aria e i suoi componenti si sbriciolano diventando nocivi e letali per l’uomo. Questa grave situazione riguarda tutti e ripetiamo tutti, anche i cittadini che vi risiedono intorno.
Per ricordare che tutto questo si sapeva, compresi gli “addetti ai lavori”, vorremmo fare un piccolo resoconto, peraltro confrontabile con gli atti depositati all’epoca.
Nell’ottobre 2012, l’Ing. Giorgio Bressi, della Lasselsberger, in una commissione consiliare del 29.3.2012, metteva agli atti che la bonifica sarebbe stata terminata nel febbraio 2013.
Nel 2014 da ARPAL, con una comunicazione, da me richiesta, ricevevo una informativa che all’interno dell’area persistono ancora 50 tonnellate di rifiuti pericolosi (amianto è compreso) e ben 250 tonnellate di rifiuti non pericolosi. Sembrerebbe, perché ARPAL non è in grado di fornire dati certi, in quanto è dal 2012 che la Direzione Lavori non invia ad ARPAL alcuna comunicazione a riguardo dell’azione di bonifica posta in essere. Cosa ancor più grave è che, alla data del 24 marzo 2014, non sia stato ancora presentato il “Piano Operativo di Bonifica” che diviene obbligatorio ai fini dell’analisi del rischio correlato al sito da bonificare.
Abbiamo inviato una richiesta di intervento ad ARPAL (Dott.ssa Colonna) ed alla Regione Liguria dell’ epoca,(Dott.ssa Minervini) in data 27 giugno 2014, gli uffici si sono attivati con un sopraluogo (ARPAL) e con l’inserimento dell’area ex-Vaccari nei siti regionali da bonificare (Regione Liguria),dicendoci però che mancavano risorse per bonificare parte dell’area interessata.
La documentazione di Arpal dove si segnalano le problematiche ambientali della ex-Ceramica Vaccari 30 luglio 2014 indca:
1) 1.440 tonnellate di terreno contaminato
2) 1.530 tonnellate di terreno fortemente contaminato
400 vecchi fusti stimati in circa 30.000 litri di sostanze con etichette riportanti le diciture “tossico”-“nocivo”-“pericoloso” Per un totale di 3.000 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi pesanti e di circa 1.500 tonnellate per quanto riguarda sostanze liquide tra i quali: acidi, detergenti, solventi, ecc.
A seguito di queste numerose e controverse situazioni presentammo richiesta per visionare l’interno della ex ceramica. Ci fu negata, da qui la presentazione di un esposto alla procura della repubblica, dove si descriveva la realtà e la richiesta d’intervento degli enti preposti.
Dopo cinque anni arriva la verità senza se e senza ma, avevamo ragione, la nostra battaglia non è stata invano, sempre al servizio dei cittadini.
Francesco PONZANELLI
Capogruppo consiliare “Santo Stefano POPOLARE”