Fino a oggi il confronto si è consumato nel perimetro dei comuni di Vezzano e di Santo Stefano. Le denunce dei comitati locali sembrano allarmismi di chi non vuole l’impianto “nel proprio giardino”. Studiando le carte, sia l’iter amministrativo, sia la morfologia della zona, sia il progetto ci chiediamo se 150 mila spezzini che usano l’acqua dei pozzi di Fornola possano vivere tranquilli.
Nessuno dice che la Regione Liguria (la stessa che benedice il progetto) aveva bloccato il PUC di Vezzano perché la zona in questione è sismica di terzo grado, alluvionabile, il terreno è liquefacibile. La falda scorre in periodi piovosi a meno di due metri. Ebbene Re.Cos. nella presentazione del progetto ha detto che risolverà il problema con palificazioni profonde. Ciò significa che la falda sarà interessata e subirà deviazioni. Non solo. Qualsiasi sversamento accidentale può arrivare ai pozzi in venti minuti. L’umido ha cariche batteriologiche. Il percolato contiene ammoniaca. Pensano di smaltire le acque di risulta al depuratore di Ghiarettolo a Santo Stefano. Ma in sede di VAS per il PUC di Vezzano è stato rilevato che è insufficiente per nuovi conferimenti.
Ci sono tante altre criticità che esporremo. Ad esempio, ricorderete che l’attuale impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati di Saliceti è andato a fuoco alcuni anni orsono. Ebbene chi di voi costruirebbe in adiacenza ad esso un impianto per la produzione e lo stoccaggio di gas metano prodotto dalla biodigestione aerobica, a sua volta a rischio di esplosioni? Ma questo succede a Saliceti nell’indifferenza (per ora) della classe politica spezzina.
Questo è l’aspetto più grave: la politica spezzina ha rinunciato a decidere la collocazione degli impianti, la loro dimensione e a difendere il nostro territorio. Nei rifiuti siamo una colonia di Genova. La pattumiera di Genova. Siete scettici? Sapete che a noi non piace l’ambientalismo ideologico. Ci piace parlare con i fatti, le prove. Per questo vi invitiamo a riflettere su queste tabelle (in allegato). Siamo disposti a dare tutte le spiegazioni, a confrontarci davanti a voi con qualsiai politico o tecnico. Questi sono i fatti di una tragica realtà:
Genova non incrementa la differenziata, non si dota di impianti di trattamento dei rifiuti e usa e programma nella nostra provincia impianti, anche pericolosi, per smaltire i propri rifiuti. Esaminate questa tabelle, che illustreremo oggi, e ne parliamo. Noi definiamo questa situazione scandalosa.
Non sono gli abitanti di Vezzano e Santo Stefano a non volere la “merda” nel loro giardino. Ma i signori del Tigullio e del Golfo Paradiso e la classe politica genovese, che ha cancellato gli impianti già pianificati.