«Sono necessari correttivi perché la crisi è gravissima: si pagano maggiori tasse e tra poco ci sarà la stangata della Tares, a fronte di minori guadagni. Non è più possibile adeguarsi automaticamente agli studi ma non è possibile vivere con il terrore degli accertamenti e crediamo che l'agenzia debba essere molto attenta al momento del contenzioso». «Le carrozzerie e le officine sino a non poco tempo fa non avevano sentito la crisi – aggiungono il Presidente dei Carrozzieri di Confartigianato Pierluigi Peroni e il vicepresidente Stefano Piotto – ora invece i sinistri riparati sono in costante calo, i clienti
spesso incassano i soldi con i nostri preventivi, con il risultato che le vetture circolano incidentate e insicure per strada e le assicurazioni pagano il danno mai riparato». «Purtroppo in Italia non esiste una regola – prosegue il responsabile categorie Confartigianato, Nicola Carozza - che obbliga la riparazione a fronte di una liquidazione, anzi le compagnie assicurative sono ben contente di liquidare direttamente i sinistri ai danneggiati a fronte di un preventivo o di una stima fatta dal perito della compagnia perché sanno di risparmiare in media un 30% 40% sul reale danno, adottando nella liquidazione una tariffa media nazionale, pagando solo i danni esterni con riserva sui danni strutturali». Capita così che il danneggiato si reca in carrozzeria, chieda il preventivo e portandolo al perito incaricato ottiene un risarcimento in alcuni casi anche ridicolo rispetto al danno reale, ma con i tempi che corrono sufficiente ad andare avanti sino alla fine del mese tralasciando la sicurezza sulla sua vettura. Alla luce di ciò Confartigianato chiede l'urgente e significativa revisione degli studi di settore che, essendo stati approvati anni fa, necessitano di un restyling indispensabile per non perdere il contatto con la realtà economica del paese e per evitare che migliaia di imprese dell'autoriparazione – 260 solo alla Spezia – rischino la chiusura con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro.