Un protocollo d'intesa per migliorare la collaborazione nel settore delle tecnologie marine e acciuffare più risorse dall'Unione Europea. È quello firmato questa mattina tra il Comune della Spezia e il Distretto ligure delle tecnologie marine, la realtà regionale di riferimento nel settore della blue economy che ha sede alle Pianazze.
La stretta di mano tra il sindaco Pierluigi Peracchini e il presidente del Dltm Lorenzo Forcieri sancisce simbolicamente l'inizio di una nuova stagione con il Comune, che entro la fine dell'anno dovrebbe tradursi nel trasferimento della sede del Distretto all'ex ospedale militare Falcomatà in viale Fieschi, che ospiterà anche le nuove aule del Polo Marconi.
“Con questo protocollo d'intesa completiamo il percorso di squadra che abbiamo avviato nel settore della blue economy, fondamentale per lo sviluppo del territorio – ha spiegato Peracchini – Stiamo già lavorando internamente per organizzare un settore comunale specifico per aggiudicarci più finanziamenti possibili. Ringrazio i funzionari, i dirigenti, l'assessore Genziana Giacomelli e il presidente Forcieri, che hanno reso possibile questo lavoro”.
L'intesa verterà sull'analisi dei fabbisogni di ricerca, sviluppo, innovazione, trasferimento tecnologico e alta formazione per supportare nuovi trend tecnologici, nonché sullo scambio e la cooperazione con scouting delle opportunità di proposte progettuali su bandi europei e nazionali.
L'accordo fa seguito a quello siglato a fine novembre con la Camera di Commercio, la Provincia e l'Autorità di sistema portuale per la costituzione di un tavolo permanente per la progettazione in chiave comunitaria. Al primo incontro del tavolo, riunitosi il 7 gennaio, è stato infatti invitato anche il Dltm in qualità di ente interessato.
“Il sindaco Peracchini e l'amministrazione hanno guardato con interesse al Distretto fin dall'inizio – ha aggiunto Forcieri – Purtroppo viviamo un periodo in cui non c'è grande considerazione per la ricerca: negli ultimi anni sono stati fatti tagli importanti. Stanno soffrendo sia il settore della ricerca che le aziende. Credo però che la collaborazione con il Comune possa permettere anche di utilizzare meglio il centro di calcolo del Dltm, fra i più avanzati del Paese, a disposizione di imprese del settore della blue economy”.
Al vaglio degli uffici c'è anche la possibilità che il Comune entri nella compagine societaria del Distretto: un'ipotesi di cui dev'essere approfondita la fattibilità, all'interno dello stretto cerchio di norme che definiscono i soggetti di cui l'ente locale può entrare a far parte. La finalità dello sviluppo economico del territorio, però, sembra essere coerente con gli obiettivi strategici del Comune.
“Il Comune sta gestendo circa 30 milioni di euro di programmazione di fondi comunitari e di risorse provenienti da finanziamenti regionali o nazionali – ha chiarito l'assessore allo sviluppo economico Genziana Giacomelli – Il nostro obiettivo iniziale era costruire un legame con tutti i soggetti del territorio che si occupano di progettazioni comunitarie, per fare in modo che i diversi progetti possano essere condivisi, senza sovrapporsi l'uno con l'altro. Da qui l'importanza dell'intesa con il Dltm, che ha contatti diretti con le imprese ad elevata specializzazione nel settore delle tecnologie del mare”.
Tra i venti soci del Distretto, società a maggioranza privata costituita nel 2009, figurano Fincantieri, Leonardo, Intermarine, Rina Service, Consorzio Tecnomar, Autorità portuale, Cnr, Camera di Commercio e Università di Genova. Una significativa aggregazione di imprese, università ed enti di ricerca operanti nel settore della blue economy.
“Attualmente – ha concluso Anna Mori, responsabile progetti e manager formazione del Dltm – siamo capofila di un progetto Erasmus Plus con il quale abbiamo attivato dei percorsi di formazione integrativi per gli studenti dell'istituto 'Capellini-Sauro', stringendo una collaborazione con due scuole di Tolone e Barcellona. È un'occasione di orientamento verso le professioni del mare e di confronto con la realtà internazionale”.
Rimane però il problema della scarsità dei finanziamenti, a cui ha accennato Forcieri: “L'assenza del ministero della Ricerca in questo settore è preoccupante e dura da troppo tempo. Nella manovra economica mi aspettavo un incremento delle risorse, che invece non c'è stato. Questo significa che tutta una serie di progetti che potrebbero partire invece rimangono al palo”.
Sotto, in allegato, due schede illustrative delle attività del Dltm e dei progetti del Comune finanziati da fondi europei