“I dati comunicati dal Governatore Toti e dall’assessore regionale all’agricoltura, Mai, - sottolinea Luca De Michelis, presidente ligure di Confagricoltura Liguria - relativi al raggiungimento degli obiettivi di spesa ‘imposti’ dall’UE sul PSR, ovvero sullo strumento principe nel sostegno all’agricoltura, testimoniano l’ottimo lavoro di squadra di tutto il sistema”.
“Nonostante le difficoltà iniziali di gestione del Programma - continua De Michelis - il sistema ha evidentemente funzionato al meglio, a cominciare dalla professionalità e capacità imprenditoriale delle aziende agricole impegnate negli investimenti, passando per la precisone e competenza dei nostri uffici tecnici, arrivando all’impegno di Regione, Agea e Ministero”.
I dati - secondo Confagricoltura Liguria - testimoniano sempre più che l’agricoltura, ancorché rappresenti solo una parte del PIL ligure, è comparto strategico fatto di altissima professionalità ed aziende molto competitive che investono in innovazione di processo e prodotto, in strutture sempre più all’avanguardia per competere su mercati sempre più “allargati”.
“Se si pensa - sottolinea De Michelis - che sono oltre 1.000 i beneficiari che hanno presentato almeno una domanda di sostegno, a fronte di poco meno di 10.000 imprese agricole censite a livello camerale, nonché che le domande di finanziamento hanno cubato oltre 65 milioni di euro, laddove il contributo medio e di circa il 50% sull’investimento effettuato, ci si rende conto dell’altissimo livello di un’agricoltura che deve, qui più che altrove, fare i conti con costi di produzione proibitivi per competere”.
Ed infatti - sottolinea Confagricoltura Liguria - qui si investe in tecnologia proprio per superare questo gap di costi con i competitori di altre nazioni.
Sul futuro le idee sono molto chiare.
“Occorre - sottolinea il presidente ligure di Confagricoltura - proseguire su questa strada anche negli anni a venire, a partire dal 2019 che presenta obiettivi di spesa ancor più ‘alti’, raccorciando il più possibile i tempi di ‘gestione’ delle domande, dalla loro presentazione all’ottenimento del finanziamento”.
“E’ fondamentale - prosegue De Michelis - però ricordare che il PSR è strumento di supporto delle politiche agricole di una regione come di una nazione e non fine delle stesse. Quindi è necessario programmare per tempo il futuro di questo strumento rapportandolo sempre più al quadro dell’agricoltura ligure, sempre più indirizzato, giocoforza, alla crescita delle imprese o al loro accorpamento per poter competere sui mercati, alla certificazione di qualità come valore aggiunto, anche ad esempio con la denominazione d’origine per le aromatiche, con lo sviluppo della ricerca, anche privata, in floricoltura come unico e vero volano del comparto”.
Il tutto partendo da un settore alle prese con mille difficoltà ma assolutamente strategico anche per la difesa del territorio, per il connubio prodotti agroalimentari - territorio, per tutto ciò che un PSR rappresenta in termini di volano per altri comparti, pensando, ad esempio, che un’impresa agricola che investe per una nuova serra è strumento di lavoro per chi quella serra realizza.
“Otterremo ciò - chiude la nota di Confagricoltura Liguria - anche se si eviteranno le polemiche e le ‘gufate’ che hanno accompagnato questo difficile anno per il PSR, laddove qualcuno era più impegnato a sperare in un fallimento dello strumento che a darsi da fare perché tutto funzionasse”