"Era il 12 settembre 2019 (già sono ormai passati più di tre anni) – introduce il presidente di Confagricoltura Liguria, Luca De Michelis - quando in un pomeriggio soleggiato di fine estate si riunivano volontariamente numerose persone, in rappresentanza di istituzioni, organizzazioni e aziende agricole private, tutte motivate da una idea comune: lanciare nella nostra provincia iniziative di agricoltura sociale".
Sfruttando l'opportunità offerta dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Liguria, attraverso la misura 16.9, che metteva a disposizione aiuti per la promozione e lo sviluppo dell'agricoltura sociale, si creavano le premesse per sperimentare, nel tipico tessuto agricolo aziendale del Levante ligure, una diversa forma di agricoltura rivolta all'accoglienza, all'inclusione ed alla crescita personale.
A raccontare quell'esperienza embrionale è Roberto Barichello, per anni funzionario della Regione Liguria proprio con "delega" a seguire l'agricoltura sociale (e non solo).
"Si, vogliamo ribadirlo, - racconta Barichello - l'Agricoltura Sociale non è una trovata di marketing socioeconomico ma è la traduzione, in forme estremamente diversificate, di un sentire umano profondo in un contesto di armonia ambientale rurale". "Può sembrare tutto ideologia e retorica, una ondata retrò con sfumature new age,- sottolinea con passione Roberto Barichello oggi consigliere di Confagricoltura La Spezia - ma per chi la vive, l'Agricoltura Sociale è una concreta opportunità, una occasione di riscatto e crescita, è una esperienza meravigliosa che si condivide naturalmente e spontaneamente. Non ci riferiamo solo ai singoli fruitori, che pur dimostrano un alto ed apprezzabile riscontro, ma il tutto si traduce in nuove possibilità per le Aziende Agricole, sempre alla ricerca di una sostenibilità e continuità, e per le Istituzioni che hanno trovato un modo, decisamente più economico, per far uscire 'pazienti' dalle strutture ed offrire diverse opportunità terapiche oltre che di possibile inserimento lavorativo".
Dall'incontro del 2019, che coinvolge tutti i possibili attori provinciali, nascono tre progetti, tutti approvati e finanziati dalla Regione Liguria, che si calano nei territori dei distretti socio-sanitari (17, 18 e 19) con capofila, unico, l'ASL5 Spezzino a conferma della rilevata importanza strategica offerta da tale opportunità.
I diversi progetti, solo nello spezzino, coinvolgono direttamente oltre 65 persone delle così dette fasce protette, 35 aziende agricole, 5 cooperative sociali, la Caritas, 2 enti di formazione professionale oltre ai citati tre Distretti Socio Sanitari della Provincia e l'ASL5 Spezzino.
"Poi – prosegue il presidente De Michelis – il Covid sembrava aver 'fermato tutto' ma probabilmente la forza delle idee spinge le volontà che nonostante tutto non hanno mai rinunciato, con caparbietà, all'impresa, tanto che il 22 marzo 2021 tutti gli aderenti iniziali ai progetti firmano l'Accordo di Cooperazione progettuale, l'atto che formalmente sancisce l'unione dei diversi partner e la loro volontà di procedere".
"Il messaggio che ci arriva forte e chiaro – precisa il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis – da questi splendidi esempi in atto nella provincia della Spezia, è chiaro che siamo di fronte alla 'nascita' di un ruolo innovativo delle aziende agricole nel campo dei servizi. Ma non solo – prosegue – ciò ci testimonia la maturità che le aziende agricole stanno dimostrando in un settore nuovo ma le cui radici affondano nella tradizione contadina dell'accoglienza e dell'inclusione, il ruolo fondamentale di Confagricoltura la Spezia e delle sue aziende che appaiono come quelle più fortemente strutturate e 'cariche di motivazioni' utili a garantire una continuità di offerta in tale campo)".
"L'esperienza raccontata da Confagricoltura, attraverso i suoi vertici ci pone di fronte alla necessità di non considerare tali progetti una estemporaneità senza futuro (anzi), ed in tal senso – chiosa il presidente ligure unitamente al collega spezzino – ciò ci 'impegna' come Organizzazione a ribadire con forza il ruolo che l'agricoltura 'pretende' nella realizzazione delle politiche territoriali non solo economiche e ambientali ma anche sociali. Ci aspettiamo, ad esempio, che la Regione voglia fare dell'agricoltura sociale uno degli assi strategici del PSR 23 – 27, perché non solo le oltre 100 aziende iscritte al registro regionale testimoniano la vivacità di questa attività, ma anche la recente affermazione di una realtà genovesetra i vincitori della settima edizione del bando nazionale 'Coltiviamo Agricoltura Sociale', realizzato da Confagricoltura, Senior L'età della Saggezza Onlus e Reale Foundation, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l'Università di Roma Tor Vergata, ci testimonia l'eccellenza delle nostre realtà in questo campo.
"Perché un sogno divenuto realtà, sia da qui a sempre 'appunto realtà', occorre un impegno forte e preciso della politica ligure, ed in tal senso ci muoveremo al prossimo 'Tavolo Verde' con l'assessore all'agricoltura della Regione Liguria, Alessandro Piana – conclude il presidente ligure di Confagricoltura".