“Il Senatore a vita Renzo Piano mette a disposizione “quello che sa fare” sostenendo una linea di “pacificazione”. – Spiega Giacchetta -. Dopo aver elaborato il lutto per le persone scomparse, rispettando la dolorosa perdita delle famiglie, cercando di aiutare chi non ha più una casa, pensando anche ai disagi per la città del ponte crollato, Genova deve avere la comune consapevolezza di dare risposte immediate a questa situazione di emergenza. Impariamo dal senatore Piano che, sommessamente e generosamente, offre alla città un’idea per guardare al futuro conservando la memoria di questa ferita e con la volontà di sostenere il tessuto sociale e imprenditoriale dell’area. Certamente lui saprà creare quel clima collaborativo che serve in questo momento tra professionalità, aziende, associazioni ed enti pubblici per rispondere all’emergenza”.
“Il Commissario per la gestione dell’emergenza Giovanni Toti se viene incaricato della gestione della ricostruzione, in continuità con il ruolo assunto, con i pieni poteri derivati è in grado di assumersi la responsabilità delle scelte che devono essere veloci ma non approssimative o frutto di mediazioni estenuanti. – Prosegue Il Presidente Cna Liguria -. Condividiamo l’aggettivo “parsimonioso” che qualcuno ha usato. Il ponte è solo una parte dell’emergenza di quella zona di Genova che negli anno ha vissuto tante vicissitudini. Ora serve collaborazione tra società e imprese qualificate, servono controlli pubblici efficaci per rispondere alla comunità genovese, alla viabilità ligure, alle piccole e medie imprese che soffrono e che rischiano di chiudere aggiungendo danni ai danni e al dolore già patito. Dovrà essere una opera corale, ma il coro deve essere costituito dalle forze politiche, le associazioni di rappresentanza genovesi che, come ha fatto Renzo Piano, mettano a disposizione liberalmente le loro competenze e conoscenze. Ai poteri del Commissario si deve quindi aggiungere il contributo dei genovesi. – Conclude Giacchetta -. Lasciamo fare i calcoli agli ingegneri, i disegni agli architetti ma a fornire loro tutte le informazioni siano i residenti, gli imprenditori, gli artigiani, coloro che hanno bisogno di un’efficiente rete stradale, come i pendolari e i camionisti. Cominciamo subito ad avviare questo ascolto che porti ad un confronto vero che sia un futuro sicuro alla viabilità e all’assesto urbano della città. Nel frattempo confidiamo nella capacità della Magistratura di portare avanti le indagini e poter quindi procedere alla demolizione delle parti pericolanti e alla liberazione dei vincoli che non consentono l’uso e la rimozione delle zone del crollo”.