Un'iniziativa che si è fatta strada dopo i tragici fatti dell'alluvione che ha colpito le Cinque Terre, la Val di Vara e Genova nel 2011, mettendo in luce in tutta la sua drammaticità, la fragilità dell'ecosistema Liguria, con fasce terrazzate e boschi lasciati a se stessi, terre abbandonate, causa di dissesto idrogeologico.
Attraverso l'approvazione oggi del ddl che passerà ora all'esame del consiglio per il via definitivo, la Giunta lancia un segnale chiaro contro l'abbandono del territorio e l'incuria, per favorire il ritorno alla terra.
"Vogliamo favorire il recupero produttivo delle aree a vocazione agricola abbandonate – spiega l'assessore Barbagallo – oppure sottoutilizzate e perseguire anche l'aumento della superficie media aziendale, la costituzione di unità produttive più ampie ed efficienti, con enormi conseguenze anche sul piano occupazionale e di reddito, tenendo conto che il 70% delle aziende vitivinicole liguri sono sotto l'ettaro". L'obiettivo della Giunta è quello di richiamare i cittadini che posseggono terreni in Liguria ad un comportamento meno negligente verso il proprio territorio e le amministrazioni locali alle loro responsabilità, per quanto riguarda la salvaguardia delle aree e la prevenzione dei fattori di rischio.
Nel dopoguerra la Liguria aveva 150.000 persone che lavoravano la terra, oggi sono meno di 14.000 e vista la fragilità del territorio ligure sono sempre più necessarie le opere di manutenzione. "Siccome non tutti possono dedicarsi all'attività agricola – continua Barbagallo – la legge prevede che le terre di cui i proprietari non possono o non riescono a prendersi cura siano trasferite nella disponibilità di chi vuole farne uso, attraverso un soggetto terzo garante". Nelle previsioni dell'assessorato all'agricoltura sarà un Fondo affidato alla gestione di Filse, denominato Banca regionale della Terra che avrà una dotazione finanziaria iniziale di 1,3 milioni di euro, a gestire il terreno al posto del denaro. "Col suo intervento – spiega Barbagallo – il Fondo favorirà processi di ricomposizione e di riordino fondiario, indispensabili per consentire alle nostre aziende di raggiungere quella massa critica, senza la quale non si può competere, svolgendo una funzione del tutto simile a una banca".