Dalla lettura del disegno di legge di bilancio per il 2018 emerge che non viene perseguito il fondamentale processo di riduzione della pressione fiscale sulle imprese. La legge, pur impedendo il previsto aumento dell’IVA e confermando il complesso degli incentivi sugli investimenti ed il lavoro collegati a Impresa 4.0, ha disatteso le richieste di CNA in materia di deducibilità dell’IMU sugli immobili strumentali, di esclusione dall’IRAP per le attività di minore dimensione, di ripristino dell’aliquota del 65% per gli interventi di efficientamento energetico, di mantenimento della Imposta sui Redditi di Impresa (IRI) e di completamento del regime per cassa con la previsione del riporto delle perdite.
Gli artigiani e le piccole imprese rappresentano una parte fondamentale del Paese, già gravata pesantemente da una delle più alte pressioni fiscali al mondo. Le imprese meritano di più. Serve una legge di bilancio più coraggiosa ed espansiva per cavalcare la timida ripresa, solo se le imprese continuano a produrre reddito e lavoro potremo far crescere il paese. Non è uccidendo le imprese che si costruisce il futuro per il paese e per i cittadini, per questo diciamo #Bastablabla.
Si concentra su cinque punti l’attenzione di CNA, per quanto riguarda la Legge di Bilancio 2018: la deducibilità dell’Imu che grava sulle imprese, la completa attuazione del regime per cassa, la conferma dell’ecobonus al 65%, l’esenzione dall’Irap per le imprese minori e la garanzia dell’entrata in vigore dell’Iri dal prossimo anno. Se queste promesse non diventeranno fatti, la valutazione della Legge di Bilancio non potrà che essere negativa.
IMU. L’Imu su capannoni, laboratori e negozi è sicuramente il tributo più odiato dagli artigiani e dai piccoli imprenditori perché colpisce strumenti di lavoro, indispensabili a svolgere la propria attività, come se fossero seconde case, consentendo solo una molto limitata deducibilità dal reddito.
IRAP. Nonostante le sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione, che hanno sancito inequivocabilmente come artigiani e piccole imprese senza un’autonoma organizzazione dei fattori della produzione non debbano pagare l’Irap, continua a mancare un provvedimento di legge che li escluda definitivamente dall’applicazione, evitando gli attuali contenziosi.
ECOBONUS. Le agevolazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici si sono dimostrate fin da subito uno strumento efficiente ai fini ambientali e, innescando un circuito virtuoso, un robusto sostegno all’economia. Purtroppo, la parte più utilizzata di queste agevolazioni è stata inspiegabilmente tagliata dal 65 al 50% della spesa, rendendole meno attrattive.
IRI. L’Imposta sul reddito d’impresa (Iri) consente anche a una ditta individuale, a una società di persone, a un artigiano o a un commerciante di pagare le tasse separando il reddito d’impresa da quello personale, come già avviene per le società di capitali, permettendo un giusto risparmio fiscale ed evitando discriminazioni tra imprese. Tutto sembrava pronto per l’entrata in vigore l’anno prossimo. Ma nel disegno di Legge di Bilancio 2018, ora all’esame della Camera, è previsto lo slittamento di un anno del provvedimento.
REGIME PER CASSA. Il nuovo regime di cassa per la determinazione del reddito in contabilità semplificata interessa 2,2 milioni di imprese. Imprese che hanno chiesto di pagare Irpef e Irap solo sui redditi incassati. Ma senza la possibilità di riportare le perdite all’anno successivo questo non è possibile.