Questo in estrema sintesi è stato presentato oggi nella sede di Confindustria alla Spezia dalla Presidente Francesca Cozzani, dal Direttore Marco Raffellini, dal Presidente di Giovani Imprenditori Confindustria Sara Filippetti e dal Presidente di Confindustria Piccola e Media Impresa Ettore Antonelli.
Data la premessa che l’industria rappresenta oggi per l’economia locale un valore aggiunto pari almeno al 18% e che “è il comparto che genera il maggiore indotto e con più grande effetto di trascinamento sugli altri settori economici, quali i Servizi ed il Commercio”, questo comparto, specialmente in vista della dismissione prossima di Enel e delle complesse sfide che l’economia oggi propone, risulta fondamentale per le scelte che la prossima giunta si troverà ad affrontare, dato che l’occupazione resta il tema centrale su cui il confronto sarà più “caldo”.
I temi e le proposte, che potrete approfondire nell’allegato, riguardano lo snellimento delle “pastoie” burocratiche e la difesa delle eccellenze imprenditoriali del territorio da difendere, proponendo una richiesta aperta di volontà politica di sostegno ai progetti di investimento privati, incentivandoli con politiche di facilitazione fiscale e amministrativa.
Una posizione critica sul PUC ancora da approvare e che rischia di rallentare ulteriormente un settore ancora in crisi come quello edilizio, una chiara avversione all’enorme costo del “non fare” con molti progetti dell’industria e delle logistica che sarebbero stati “cantierabili” già da diversi anni e che restano a quanto pare opportunità non colte che potrebbero determinare un vero cambio di passo della città.
Si parla di “Industria 4.0, progetto frutto della collaborazione fra Confindustria e Governo centrale, riguardante il futuro stesso dell’industria attraverso la digitalizzazione, che risulta però compromesso da un paese sostanzialmente fermo. Questo passa attraverso la realizzazione della rete a banda a 100Mbps che ritarda e che, come tutte le infrastrutture necessarie e non realizzate in tempi rapidi, fa perdere competitività al paese ed alla città in un mondo che va veloce e che necessita di risposte quanto mai adeguate.
Competitività che non può prescindere dalla formazione e che a tal proposito trova Confindustria pronta con una proposta destinata a far discutere riguardante la scuola: trasferire ITIS e Cisita al nuovo polo Universitario nell’ex Ospedale Militare Falcomatà, insieme ad Università e DLTM, in modo da concentrare studio e laboratori per favorire la collaborazione fra i principali attori dell’economia spezzina, specialmente quella legata al mare.
Si torna a parlare della Pontremolese, come ogni volta che si avvicinano le elezioni da decenni a questa parte, quantificando i costi dell’intervento risolutivo in oltre 2 miliardi e 247 milioni di euro (disponibili solo 46 milioni), opera che sarebbe davvero indispensabile non solo per la città della Spezia ma per tutta la zona tirrenica ma che non vede la fine dopo il completamento dei primi 62 km.
Si passa alle proposte per la riconversione delle aree militari, all’Arsenale ed ai ritardi del Piano Brin, al progetto del Polo della Difesa, alla cantieristica ed alla costruzione di megayachts, al porto da sviluppare portando avanti il Piano regolatore Portuale in tempi più rapidi rispetto al passato, per non perdere gli investimenti dei privati (Contship e Tarros in primis) e consentire a LSCT di rimarcare l’importanza strategica del Porto spezzino.
Anche le crociere e la realizzazione della Stazione Crocieristica sono al centro delle proposte di Confindustria così come la riconversione dell’Area Enel per la quale si attende l’esito dello studio scientifico commissionato all’Enea.
Sull’altro lato del golfo, anche se non di pertinenza del Comune della Spezia, il nodo dell’impianto di Panigaglia, da dotare, secondo le proposte degli industriali, di un sistema di distribuzione di gas liquefatto, cosa che renderebbe fruibile il porto alle navi che usano questo tipo di combustibile, senza rischiare che Livorno ad esempio, ci porti via questa tipologia di commercio o che la mobilità legata al gas liquefatto per autotrazione non tragga benefici dall’innovazione.
Si parla di turismo ad “alto valore aggiunto”, che necessita di strutture ricettive di alto livello, in grado di attrarre anche il turismo congressuale, che in altri ambiti riesce a rendere economicamente vantaggiose stagioni che di solito risultano “morte” e qui il discorso pare strizzare l’occhio alle proposte sviluppate da ANCE la scorsa settimana (qui).
Insomma una serie di proposte concrete che vedranno i candidati alla carica di primo cittadino spezzino confrontarsi con Confindustria il prossimo 26 maggio, in un incontro organizzato dai Giovani Imprenditori di Confindustria nel quale sarà interessante scoprire se le proposte in esame avranno o meno fatto breccia su alcuni candidati.
Alcune note si sono avute nelle risposte alle domande dei giornalisti. Sulla evidente perdita di “controllo” per cui molte aziende presenti sul territorio hanno de localizzato i centri direttivi altrove, oppure sull’evidenza che anche il porto spezzino, che conta una Presidente genovese e da oggi un Segretario Generale messinese, sia incapace di produrre una dirigenza adeguata si è risposto che in un’epoca come questa è più importante la competenza del campanilismo. Andando oltre i rappresentanti degli industriali spezzini non si sono sottratti al “mea culpa”, per ciò che riguarda il passato, di una classe imprenditoriale forse un tantino “seduta” sullo storico rapporto col “pubblico” che, una volta entrato in crisi ha modificato sostanzialmente il quadro economico spezzino.
Da qui un quadro che vede certamente ottime possibilità di sviluppo legate alla tecnologia ed alla formazione delle giovani leve ma anche il rischio che se le opportunità non verranno colte appieno o con lentezza, si possa perdere un futuro che questa città merita.
In allegato il documento #LaSpeziacittàdidomani